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Giovedì 28 dicembre 2017 ad Opicina il saluto a Marino Vocci 26.12.2017, caro Marino

25.12.2017, Fondazione -Stiftung

 

Ha scritto Martina Vocci, con la sorella Eva e la mamma Liliana, sulla sua pagina di Facebook: Vogliamo usare questo ultimo sorriso insieme per ringraziarvi di tutto l’affetto ricevuto in questi giorni e per dirvi, che se avrete piacere, l’ultimo saluto a Marino sarà giovedì 28 dicembre alle ore 11.45 nella Chiesa di Maria Regina del Mondo di via Carsia a Opicina - un luogo caro al nostro straordinario uomo. Niente fiori ma opere di bene a favore della Comunità di San Martino al Campo.

Marino Vocci è stato una pietra angolare della Fondazione Alexander Langer, da quando ha deciso di intrecciare con noi la sua ricca vita e le significative relazioni che aveva costruito nel tempo. Ne rende conto nel suo "Fughe e approdi", il libro autobiografico che ha pubbicato nel 2010 per le edizioni Il Ramo d'Oro di Trieste.
Vi si trovano anche alcune pagine, affettuose e struggenti, rielaborate nel tempo dopo una prima nota su "Il Piccolo del 10 luglio 1995", sull'amicizia con Alexander Langer, in cui, come spesso succede – rivela molto di sé. Nel testo di Alex del 1993 "Non apriamo il versante italiano della ferita Jugoslava" si vedono le tracce del rapporto con la comunità Istriana (italiana, slovena, croata) che si fece baluardo contro i risorgenti nazionalismi di quegli anni.

Ho pensato che il modo migliore di ricordare Marino sia quello di passare un po' di tempo con lui, rileggendo alcuni dei testi che ha disseminato nel tempo e che si trovano nella sezione del sito che gli abbiamo dedicato.

http://www.alexanderlanger.org/it/979

E' questa una piccola, parzialissima parte della sua vita pubblica, anche se importante per noi che l'abbiamo più volte visto all'opera e abbiamo beneficiato della sua amicizia. Basti pensare solo a cosa può contenere il forziere delle 400 puntate de "La barca dei sapori" realizzate per Tv Capodistria, che conserva una mappa sterminata di storie, persone, luoghi che lui faceva amare e (lo si dice parlando di bambini) conosceva come le proprie tasche. Abbiamo avuto modo di essere involontari partecipi di alcune di queste puntate, sempre condite di buon vino e abbondante cibo, gustato in diretta, come quelle indimenticabili del giugno 2007, che narrava una camminata di più giorni lunga la Parenzana dismessa, che collegava Trieste a Parenzo, ben narrata nel suo libro.

In questi testi si ritrova un racconto tenero della sua vita da esule, che aveva condiviso a Bolzano con Franco Juri nel corso dell'Euromediterranea 2001 dedicata agli "Esodi". E un articolo del 2010 per la rivista PANORAMA di Rijeka-Fiume, in cui riflette sulla crescita di movimenti e partiti xenofobi in Europa, prendendo spunto della presenza in Istria di un gruppo di giovani di Srebrenica e Tuzla che in questa terra trovavano terreno fertile, e ascolto, per i tentativi di ripresa del dialogo e l'avvio di percorsi di riconciliazione.

Si trova infine il programma del terzo incontro di un ciclo di ricerca di protagnisti e interlocutori di una possibile "Conversione ecologica", lungo la rotta Adriatica che si tenne tra Trieste e Pirano il 16 e 17 maggio 2017. Pur essendo in terapia nei giorni dell'evento, Marino se ne fece pienamente carico, curando tutti gli aspetti organizzativi e conviviali. A lui ci si poteva pienamente affidare. Convocò per l'occasione molti delle sue compagne e compagni di strada: quasi un passaggio di testimone. La cosa più sorprendente, nella sessione a Pirano, fu scoprire come i protagonisti "storici" dell'affermazione di una cultura istriana aperta e dialogante, si stavano spontaneamente dedicando all'impegno civico in favore delle persone migranti, portato di una domanda di cambiamento epocale. Un bel regalo, caro Marino.

Da Tuzla e Srebrenica, che Marino ha ben frequentato, ha scritto e detto Irfanka Pasagic: "grazie a lui mi sono innamorato dell'Istria. Ed è incredibile di come mi sentivo in pace in sua compagnia".

 

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