Livia Liberatore: Donar dan Bosnia: Risvegli di viaggio e mentre tornavo dal caldo Hamam
Il primo sole rosa, il sedile di fronte e il mal di pullman nello stomaco. All’inizio del viaggio percepisci solo questo. Poi metti a fuoco il finestrino e il paesaggio al di fuori: un gabbiotto azzurrino che all’inizio tu, nata con la caduta delle frontiere in Europa, scambi per uno strano benzinaio senza pompa. Invece, è la dogana del confine fra Croazia e Bosnia Erzegovina, Slavonski Brod, vicino al fiume Sava. Dogana in croato si dice “carina” però questa gabbietta è il frutto di una guerra, quella per buttare giù la ex Jugoslavia che hanno fatto negli anni Novanta quindi non ti sembra poi molto carina questa dogana. Gangnam style suona la radio con il sud coreano che supera tutti i confini, mentre la polizia di frontiera, prima un signore croato e poi uno bosniaco, controlla i documenti.
http://europeansblog.com/2015/07/16/dobar-dan-bosnia-risvegli-di-viaggio/
La scorsa notte, mentre tornavo dal caldo hamam*
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Non vedo niente, solo un cumulo di fumo basso sui tavolini e sulle facce della gente seduta a bere e parlare. Anzi, cantare. L’orchestra è entrata da poco e con gli ottoni e i tamburi, tutti intonano le parole dei traditional di Bosnia. Il Kino Prvi Maj è uno dei locali più famosi di Sarajevo, un ex cinema teatro che conserva ancora la struttura con il palcoscenico, l’ingresso laterale, le lampade a grappolo d’uva dalla luce fioca. Sulle scale all’ingresso del Kino, è pieno, pieno di giovani, come tutta questa città. Nel centro, poco lontano, quell’odore misto di narghilè e carne arrostita che caratterizza la parte musulmana accompagna la cena di un lui e una lei che dopo la fine del ramadam chiacchierano ai tavoli vicino alla Moschea del Bey. Davanti alla cattedrale cattolica, via Strossmayerova è trasformata in un salotto all’aperto, con poltroncine leopardate e maxi schermi ovunque. Respiro il mix di odori e penso questa città è viva.
http://europeansblog.com/2015/07/22/la-scorsa-notte-mentre-tornavo-dal-caldo-hamam/
Foto di Livia Liberatore:
Il centro di Srebrenica, venti anni dopo il genocidio. Campanile e minareto a pochi metri di distanza