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notiziario Rete Radié Resch - Un anno dopo il terremoto

19.6.2011

 

Ad un anno del terribile sisma del 12 gennaio 2010 Haiti si trova in una profonda crisi sociale e politica. Secondo le ultime cifre (v. tabella ), più di un milione di persone continua a vivere in 1.300 campi improvvisati senza alcuna speranza di poter tornare a una vita “normale”. Quello dell'alloggio resta il problema principale che le autorità haitiane devono affrontare e che sinora non hanno affrontato. Il programma per rispondere ai bisogni della popolazione sinistrata resta sulla carta e manca un piano reale di ricostruzione.

5 miliardi di dollari saranno necessari, secondo il governo, per fornire una sistemazione migliore alle vittime della tragedia, ancora ammucchiate sotto tende di fortuna ed esposte ad ogni tipo di problemi causati dalle pessime condizioni igieniche, dall'insicurezza e dalle intemperie. Malgrado le promesse ufficiali, centinaia di migliaia di senzatetto rimangono incerti sulla loro sorte, mentre su molti campi piovono le minacce di espulsione. Centinaia di sfollati hanno reclamato a più riprese alloggi decenti, davanti alla sede del govern.

I paesi donatori ed i donatori di fondi internazionali hanno promesso di stanziare 240 milioni di dollari per la costruzione di oltre 100.000 alloggi temporanei (“T-Shelter”). Ma in uno ne sarebbe stato terminato solo un quarto.

Sul piano economico, decine di migliaia di persone si sono ritrovate senza mezzi di sussistenza. Il terremoto ha infatti cancellato il 30% dei posti di lavoro disponibili prima del 12 gennaio, aggravando il tasso di disoccupazione già molto elevato, oltre il 70%. Le perdite causate dal terremoto ammontano, secondo stime concordi, a circa 7 miliardi di dollari a livello dei settori produttivi, di cui il 70% nel settore privato.

Per quanto concerne le infrastrutture, numerose strade restano ingombre di milioni di metri cubi di macerie di cui solo una piccola percentuale è stata portata via.

La comunità internazionale, corsa in aiuto di Haiti poche ore dopo la tragedia, ha convocato varie riunioni durante le quali miliardi di dollari di aiuti sono stati approvati. I fondi sbloccati non rappresentano che un'infima parte di quanto è stato promesso.

Subito dopo la catastrofe, Haiti è stata risparmiata dalla diffusione di epidemie, sempre temute dopo questo genere di catastrofi. Ma 9 mesi più tardi in Artibonite il colera ha cominciato a colpire la popolazione. Dal 19 ottobre, quando sono comparsi i primi casi, più di 4.000 morti sono stati registrati e più di 160.000 persone contagiate.

L'altro grande problema che colpisce il paese è la crisi politica, in seguito alle elezioni presidenziali e legislative del 28 novembre 2010, svoltesi tra irregolarità, frodi e violenze. I risultati parziali sono stati resi pubblici sullo sfondo di manifestazioni e contestazioni conclusesi con la morte di almeno 2 persone, l'incendio di molti edifici pubblici e istituzioni private. Di fronte alla gravità della crisi post-elettorale, una missione di esperti dell'OSA (Organizzazione degli Stati Americani), intervenuta su richiesta del Governo, ha esaminato i risultati elettorali, raccomandando di scartare il candidato governativo Jude Cèlestin, dal ballottaggio, che dovrebbe svolgersi tra Mirlande Manigat e Mihel Martelly.(ndr. poi risultato eletto al secondo turno). .

In questo contesto è tornato ad Haiti Jean-Claude Duvalier, soprannominato “Bèbè Doc”, dopo quasi 25 anni di esilio in Francia. Durante i 15 anni in cui ha occupato il potere (1971-1986), la tortura sistematica e altre forme di maltrattamenti erano realtà quotidiana ad Haiti. Centinaia di persone sono “scomparse” o sono state giustiziate. “Le autorità haitiane devono mettere fine al ciclo dell'impunità che domina ad Haiti da decenni” ha dichiarato Amnesty International chiedendo Jean-Claude Duvalier venga processato.

Di fronte a questa gravissima situazione la Rete Nazionale di Difesa dei Diritti Umani (RNDDH) ha dichiarato: “il sisma del 12 gennaio 2010 ha rudemente colpito il paese ed ha lasciato conseguenze indelebili. Le perdite umane e materiali sono immense. In circostanze così drammatiche, il ruolo dello Stato avrebbe dovuto rafforzarsi. In effetti, lo Stato avrebbe dovuto essere onnipresente nel coordinamento delle attività di soccorso, nella ripresa delle attività quotidiane, nella distribuzione degli aiuti umanitari ai veri bisognosi. La presenza dello stato avrebbe dovuto anche farsi sentire in misure di ricostruzione su basi scientifiche, in proposte di norme adattate alla nuova realtà. Tuttavia, oggi, lo Stato haitiano è diventato più debole e amorfo che mai. È increscioso che il governo Preval/Bellerive non abbia saputo, durante questo primo anno, prendere le misure che si impongono per fare di questo cataclisma un'opportunità per mettere in moto il paese su nuove basi politiche, sociali ed economiche. Al contrario, sembra che tutto sia organizzato per mantenere lo status quo ed escludere la popolazione dalle varie decisioni relative al suo futuro”.

 

L'altra Haiti, quella che è esclusa dalle riunioni in cui si decide sul futuro del paese, quella che vive sotto le tende o “nel paese di fuori”, nelle compagne e sui monti, continua a lottare ogni giorno per andare avanti, a resistere cercando di unire le forze, consapevole di poter contare solo su se stessa e sulla solidarietà di chi vuole condividere il suo cammino senza imporre dall'esterno soluzioni e progetti.

 

 

 

Il post terremoto in cifre

 

 

Persone uccise 230.000-300.000

Persone ferite 300.572 persone

Amputazioni effettuate Almeno 4.000

% di edifici governativi, amministrativi, economici e infrastrutture di base 60%

distrutte nella regione metropolitana di P-au-P

Scuole danneggiate o distrutte 3.978

Tende fornite per rimpiazzare le scuole 1.664

% di scuole che hanno riaperto le porte 80%

Ospedali distrutti o danneggiati 30

Macerie accumulate nella regione metropolitana P-au-P dopo il sisma Circa 20 milioni di mc.

Macerie che restano all'1 gennaio 2011 Circa 10 milioni di mc.

(stima ottimista)

N. di mesi necessari per portare via le macerie restanti Da 24-30 mesi

Finanziamento necessario per questo lavoro $400 milioni

Valore totale dei danni e delle perdite economiche $7.800 milioni

N. di campi all'indomani del 12.01.2010 Circa 1.300

N. di campi all'indomani del 12.01.2011 Circa 1.100

% dei campi dove le persone sono state espulse Almeno 29%

N. di persone nei campi in settembre 2010 Circa 1.300.000 o circa

300.000 famiglie

Tende distribuite 97.692

Teli di plastica distribuiti 1.018.919

Quantità di latrine in 900-1000 campi della zone metropolitana di P-a-P Circa 15.000

N. di utilizzatori per latrina nei campi Tra 50-100 (La norma

è 20 per latrina)

N. di famiglie sfollate non proprietarie di casa prima del 12.1 (sett.2010) 159.749

Quantità approssimativa di queste famiglie che riceveranno un “alloggio 0

Provvisorio” o “T-Shelter”

N. di T-Shelter da costruire entro agosto 2011, per famiglie che erano 135.000

proprietarie di casa e/o del terreno su cui era costruita la casa

N. di T-Shelter la cui costruzione è stata pianificata per il 2010 45.986

N. di T-Shelter costruiti prima del 31 dicembre 2010 31.656

N. di T-Shelter non ancora costruiti, un anno circa dopo il terremoto 103.344

Totale di denaro ricevuto da ONG e agenzie umanitarie per i T-Shelter $100 milioni

Costo medio di un T-Shelter $2.500

Durata prevista di un T-Shelter Circa 3 anni

N. di Case e appartamenti della capitale abitabili se fossero riparati 54.000-64.000

Costo medio per riparare una casa o un appartamento $1.500

Case crollate o gravemente danneggiate in tutto il paese 188.383

Stima del n. di case che necessitano di riparazioni 93.000

Stima del n. di case che dovevano essere ricostruite 90.000

N. di casa riparate o ricostruite in data 16.12.2010 2.074

Costo previsto per riparare e ricostruire case $ 350 milioni per 2011

Finanziamento per il 2011 confermato a tutt'oggi Circa 40%

N. ong facenti parte dello Shelter Cluster che lavora su problema alloggi Circa 200

Ministeri implicati in diversi aspetti dei problemi legati agli alloggi 5

Quantità media di ministeri rappresentati in riunioni nazionali del “Shelter 0

Cluster” durante la più parte delle riunioni svolte nel 2010

N. di piani ufficialmente approvati dal Governo di Haiti per rilocalizzare e 0

alloggiare i senzatetto, un anno dopo il terremoto (nonostante esista un

progetto ampiamente diffuso)

 

 

Fonti: CIRH, Office of the Special Envoy, GOHInternational Organization for Migration, Shelter Cluster, Ministry of Public Works (MTPTC), CIRH, Institute of Justice and Democracy in Haiti

 

 

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