Alexander Langer Alexander Langer Racconti e ricordi

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Roberto De Bernardis: un ricordo

16.10.1996, pro europa
Il convegno di questa sera ha una duplice ambizione: testimoniare l'affetto che ci unisce alla figura di Alexander Langer e nello stesso tempo cercare di capire che cosa ne sarà della Bosnia del dopo conflitto.

Il filo conduttore rimarrà quello tracciato da Alex nel suo lungo e impegnativo sforzo di impedire la guerra attraverso l'iniziativa sociale, il coinvolgimento delle persone in atti di pace, di solidarietà, di coesistenza. Uno sforzo enorme che ha portato avanti senza riserve e con la sua straordinaria carica di umanità. Questa sera parlo in pubblico, per la prima volta, di Alexander Langer dopo il suo suicidio del luglio 1995, rompendo un silenzio impostomi dal dolore profondo che continuo a provare per la sua morte. Eravamo amici da molti anni, avevamo attraversato le stesse esperienze politiche e militanti, lavorato agli stessi progetti ritrovandoci a pensare le stesse cose anche a distanza. Con lui avevo discusso nella redazione del quotidiano “Lotta Continua”, nell'estate del 1978, la necessità di un nuovo impegno politico in Trentino e Sudtirolo cercando di convincerlo a tornare a Bolzano per formare una nuova lista per le elezioni regionali e forse anche quella lunga chiacchierata è servita a far superare le sue esitazioni e a stimolare il suo impegno per per un nuovo Sudtirolo. Perchè Alex aveva bisogno di stimoli. Un bisogno dettato dalla necessità continua di approfondire, di capire, di rispondere ai mille interrogativi che si poneva su ogni questione. Ma aveva bisogno anche di superare una modestia autentica e ricca di virtù che nel suo modo di affrontare ciò che lo riguardava lo portava ad essere esitante, timido, schivo. E quello che per alcuni era la debolezza di Alex diventava invece la grande forza attrattiva di chi aveva scelto l'etica non violenta, il principio della comprensione e del dialogo, la ricerca del rapporto sincero in cui era disposto a riversare tutto di sé.
Ho riletto le pagine che raccolgono i suoi scritti, gli appelli, le riflessioni sulla guerra nella ex Jugoslavia trovandovi gli argomenti per l'oggi, per il domani, che consentano a quei popoli di convivere pacificamente nel rispetto delle reciproche identità etniche e religiose. Una capacità, in quegli scritti, di essere attualki e profetici anche oggi, come la figura di Alex, grande profeta del nostro tempo che con la sua intelligenza, la sua umiltà e il suo rigoroso impegno ha incarnato il dramma e la speranza della nostra epoca.
Mi rimane impresso il suo entusiasmo e l'aria incredula quando riuscimmo a portare a Trento l'assemblea dell'Allenza per il Clima, organizzata direttamente dal Comune di Trento nell'autunno del 1994. Era orgoglioso di questo lavoro e di poter essere riusciti, in quella che sottolineava come “imprersa”, ad inserire quei programmi nei vari livelli istituzionali. Alex sapeva apprezzare gli sforzi altrui, era generoso nel sostenere qualunque iniziativa, come era scevro dalla critica dettata da invidia o dai malumori prodotti dalla gelosia e dall'ambizione.
Un giorno mi trovavao in Val Ridanna, qualche tempo dopo la sua sepoltura a Telfes, e là incontrai una persona sudtirolese che riconosciutomi, per avermi visto diverse volte nelle assemblee dei verdi di Bolzano, e presentatosi mi chiese se ero stato a salutare Alex. Era ciò che avevo in animo di fare ma non sapevo come raggiungere Telfes da quella valle. Si offrì di accompagnarmi. Così con la mia famiglia raggiunsi la tomba di Alex e mi sentivo come stretto dalla sua presenza. E questo è anche il grande regalo di Alex: di essere ancora nei nostri cuori con il suo sorriso dimesso e il capo reclinato a offrire l'amore di un amico che ci interroga e ci stimola “a fare ciò che era giusto”. E quel suo ultimo saluto “Bravo....Auguri forti per un utile servizio ai concittadini”, per la riconferma all'incarico di assessore nel Comune di Trento, che aprivo e leggevo mentre Emma, collaboratrice del gruppo consiliare provinciale dei Verdi di Trento, mi informava di quello che era accaduto.

Intervento tenuto in apertura del convegno “L'Europa muore o rinasce a Sarajevo – Il conflitto della Bosnia Erzegovina rivisitato attraverso l'impegno e gli scritti di Alex Langer” - Palazzo Geremia Trento 16 ottobre 1996
Organizzata da :Centro di documentazione per la pace, la non violenza e l'obiezione di coscienza del Comune di Trento, Associazione Studenbti Universitari di Trento, G6 (Gruppo studio ex Jugoslavia dell'Università di Trento, Jugo '94, Centro Servizi Culturali S.Chiara, Artisti Senza Frontiere di Bolzano e Associazione “Pro Europa” di Bolzano.
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