Alexander Langer Alexander Langer Racconti e ricordi

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Nietta Saltuari Dondio: l'uomo buono, il politico filosofo

16.7.1995, da "Il Mattino"
Sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale è nata una coscienza nuova. Un desiderio di non più violenza. Pacifismo ed ecologia si sono incontrati. Hanno prodotto aggregazioni dapprima associative, poi anche politiche e sono nati i Verdi. vi è inventiva, si va controcorrente anche con spettacolarità. si batte un chiodo arrugginito, ma si persiste e i Verdi hanno successo quando l'evidenza della cattiva amministrazione del territorio dimostra le sue nefaste conseguenze. Ma come tutte le partecipazioni volontarie anche quella ecologista è instabile. Più numerosa nelle adesioni, nei tesseramenti, che nella partecipazione attiva.

Ai più capaci viene affidato il carro, meglio la biga, ritenendo che anche un sostegno morale non possa bastare. La presenza costante costa fatica, delusioni, solo piccoli successi. Il muro di gomma respinge. Le molte realtà interessate non comprendono ragioni...ci si abbarbica a tutto, anche alle leggi ferraginose e poco chiare. "Un carico d'amore troppo pesante" dice Langer.

E il conduttore superimpegnato paga un prezzo altissimo. E il popolo verde perde il suo leader, il suo cavallo d'oro. E soltanto a sacrificio avvenuto ci si accoge che era d'oro. Nella morte di Langer Franco de Battaglia legge la fine di un'epoca. Epoca od epopea?

Quale? Quella delle ideologie di fratellanza? Quella della solidarietà comunque? Alexander Langer era preveggente oltre che intelligente. Era coerente, idealista non violento.

Credeva fermamente in quello che faceva e ne traeva forza nonostante la sua salute precaria. Perché allora questa determinazione irrispettosa degli ideali perseguiti, delle separanze dei sostenitori?

Questa indifferenza per gli affetti, per i programmi annunciati? Solitudine, abbandono, esaurimento fisico...Ipotesi. Aveva amici ovunque. Bastava una telefonata.

Non dimenticava una ricorrenza per chi gli stava a cuore.

Era superstimato...adorato direi. Certo non parlava molto di sé, per discrezione, riserbo.

Quando il popolo Verde - esclusa la sottoscritta - gli propose la candidatura a sindaco, si schermì. Chiese tempo.

Sapeva sì di essere un simbolo ma un simbolo che onorava una politica Verde anche in Europa. Più utile la sua presenza là che qui con deleghe amministrative.

"Fate ciò che è giusto..." ha scritto nel suo messaggio. È quindi giusto chiedersi il perché di questa morte su cui si interroga dolorosamente chi lo ha amato. L'uomo buono, il politico-filosofo, l'europeo Alexander Langer ha veramente deciso da solo la propria autodistruzione?
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