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Alexander Langer, profeta tra gli stupidi. Monologo teatrale di Andrea Brunello e Mirko Artuso. Nuove repliche a Roma, Trento, Cavalese, Bentivoglio

6.7.2008, Teatro Ardito Desio

Il foglio di presentazione della rappresentazione teatrale recita: “Questo spettacolo non vuole essere una biografia di Alexander Langer e tantomeno una sua celebrazione. Non c’importa raccontare Alex, tanti lo hanno fatto. Ci importa metterlo in relazione con il nostro mondo…”

La scena è essenziale: una parete chiara, un recinto che delimita una piccola aia, una radio, un tronco con un coltellaccio impiantato e … la gallina Liz, vittima predestinata ma infine risparmiata, ad attirare l’attenzione del pubblico, come interprete non minore, così coinvolta dal clima di tensione che si respira nell'aria.

Assistiamo a un monologo, un crescendo implosivo di toni ed emozioni, in cui Andrea Brunello risulterà via via sempre più convincente. Italo, un macellaio figlio di macellai, si è ferito sul lavoro. Si è trattato di un tentativo di suicidio? Lui non è in grado di dirlo. Sta di fatto che l’accaduto sconvolge la sua vita. “Come posso continuare a uccidere?”, si chiede. E ancora: “Non so più chi sono”. Parla a se stesso, alla moglie e alla gallina, rinchiuso nel recinto dell'aia come nella vita. La realtà lo richiama con gli insistenti squilli del cellulare, ma lui non risponde e prosegue il filo dei suoi pensieri. Quest’uomo semplice, imprigionato da anni in un mestiere che non sopporta più, per niente abituato all'introspezione, legge in ospedale scritti di San Francesco, di don Lorenzo Milani - il parroco esiliato a Barbiana - e soprattutto di Alexander Langer. Scopre argomenti, temi, sensibilità, approcci, stili di vita del tutto diversi da quelli da lui conosciuti.

Le numerose citazioni dei testi di Alexander Langer, sulla conversione ecologica, l'attenzione al limite, il bisogno di convivenza qui tra noi e nella vicina Bosnia, non sono più declamate e predicatorie, come nella prova pubblica. Questa volta si vede bene che Italo le ha fatte proprie, le ha interiorizzate. E' lui che parla ora. Non ha ancora risposte, ma pone domande, con un tono disperato e indignato, senza nascondere il senso d'impotenza che prova di fronte alle devastazioni dell'ambiente comune e del convivere quotidiano.
Perfino all'isola di Pasqua le grandi statue così ammirate hanno portato alla scomparsa dei suoi alberi di cocco. Anche Liz coglie la sofferenza di Italo: la si vede girare inquieta e nervosa nel piccolo cortile, preoccupata quasi della sua sorte.

Il San Cristoforo. raccontato da Alex, si è fatto carico del compito gravoso che si era scelto, pur sapendo quanto sia duro e difficile essere un Hoffnungsträger, un portatore di speranza. E noi?

Italo angosciato, non si capacita del fatto che siano rimasti inascoltati inviti al cambiamento così autorevoli: Anche quel “continuate in ciò che era giusto” risulta un messaggio sbiadito, appena accennato, inascoltato. Non ci sono vie certe, esempi da seguire. Solo domande.

(Chrtistine Stufferin, Edi Rabini)

Drammaturgia di: Andrea Brunello e Mirko Artuso
Con: Andrea Brunello
Scene di: Mirko Artuso
Luci di: Paolo Dorigatti
Regia di: Mirko Artuso

Durata: 1.15´

Trovi altre info sul nostro sito:

www.arditodesio.it

Per contatti e repliche
Andrea Brunello
cel. +39.348.3985085
email andrea@andreabrunello.eu

 

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