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Stefano Borselli, sassolini: Alex Langer, versione Fabio Levi.

5.3.2008, Il Covile 1.3.2008
Di tanto in tanto gli amici mi consentono un numero a titolo di sfogo personale, questo è uno di quelli.

Ci sono degli storici che hanno i fatti in antipatia, considerandoli volgari e impiccioni, ma da persone bene educate invece di litigarci provano ad ignorarli. Non è che siano dei cattivi storici: la loro specializzazione è quella di costruttori di miti e in quel mestiere fatti, curiosità e scetticismi sono fuori luogo. Problemi loro, è vero, ma il guaio è che così procedendo si arriva a falsificare cose che a qualcuno possono stare a cuore, come nel caso seguente dove l’attività mitopoietica ha toccato fatti che ho vissuto e persone che ho conosciuto.

Dall’atomo all’aborto: quei passaggio non implicava in realtà alcuna revisione di passate prese di posizione sull’interruzione volontaria di gravidanza e sul suo significato; ma metteva volutamente in questione steccati e schieramenti precostituiti, e per questo fu guardata con sospetto da molti ambienti della sinistra. Le critiche si fecero ancor più aspre, soprattutto sul quotidiano il manifesto, quando Langer decise di spingere oltre il proprio ragionamento e firmò, sottovalutando in parte le conseguenze, il cosiddetto “documento Ratzinger”, un testo sulla manipolazione genetica sottoscritto da una ventina di esponenti dell’area verde ed ecologista. Il documento esprimeva soddisfazione per l’Istruzione vaticana (proposta dall’allora cardinale Ratzinger, appunto) che rifiutava ogni forma di manipolazione genetica, riaffermava il primato dell’etica sulla scienza, auspicava che la sensibilità della chiesa al riguardo si estendesse a piante e animali, invitava infine le istituzioni scientifiche e sanitarie cattoliche a riprendere quei princìpi e a tradurli in pratica, respingendo fra l’altro la vivisezione di animali.
La lettera del documento non lasciava spazio a equivoci, ma il nome dei firmatari scatenò un’accesa polemica da parte di chi vedeva delinearsi una possibile futura alleanza fra Verdi giudicati «oscurantisti», Sant’Uffizio e Movimento per la vita. Langer ebbe bisogno di un po’ di tempo per riaversi da un attacco così pesante e mettere a punto una posizione chiara su temi tanto impegnativi, cui peraltro era giunto più per aver voluto allargare gli orizzonti della propria riflessione che non sulla base di concrete sollecitazioni. In ogni caso, alla fine articolò la sua risposta nel modo seguente: nessun arretramento sulla depenalizzazione dell’aborto e sul principio che dovessero essere comunque le donne a decidere in proposito; netto rifiuto di attribuire all’aborto — da considerarsi come una violenza sul non nato e sulla donna — un valore positivo; nello stesso tempo, ma senza avallare la strumentale confusione tentata dai suoi avversari con il problema dell’interruzione di gravidanza, denuncia senza appello della manipolazione genetica come «una pericolosissima e forse irreversibile violazione di equilibri naturali e biologici (...), paragonabile a quella della bomba atomica, e forse oltre»; apprezzamento, infine, del possibile ruolo della chiesa in quest’ultima battaglia, per «la sua (non certamente esclusiva) sensibilità sui temi di difesa della vita, e la sua capacità di incidere su milioni e milioni di coscienze e su molte istituzioni»


È un brano tratto dal recente In viaggio con Alex (Feltrinelli, Milano, aprile 2007, pag. 112-113) di Fabio Levi, torinese ex Lc, storico della covata di Guazza e Tranfaglia. Conoscendo un tantino la materia (mi trovo ad essere, nel bene e nel male, responsabile dell’idea e della prima stesura del “documento Ratzinger”, il cui testo fu poi perfezionato a casa mia, presente Alex Langer; ne parlai nel dicembre 2003 nella newsletter n° 179) mi si pongono subito due domande:

  1. Fabio Levi, prima di scriverne, ha controllato il testo originale del documento?

  2. A partire da quali elementi asserisce che Alex “firmò, sottovalutando in parte le conseguenze”, di posizioni “cui peraltro era giunto più per aver voluto allargare gli orizzonti della propria riflessione che non sulla base di concrete sollecitazioni”?


Vediamo nei dettagli.

1) Pare di no. Dal 2003 grazie al Covile, prima non ve n’era traccia, il documento è disponibile in rete. In formato cartaceo fino al 2005, quando fu ripresentato dal Foglio in occasione del referendum sulla legge ‘40, che io sappia le uniche pubblicazioni erano state due: una nella nostra semiclandestina rivista fiorentina Il Verde, l’altra, ma non ne sono certo, su Azione nonviolenta. In viaggio con Alex è del 2007, perciò se Fabio Levi lo avesse cercato lo avrebbe facilmente trovato, ma non sembra l’abbia fatto. Indizi: a) non fornisce né data, 14 aprile 1987 b) né fonte, nonostante che in quel breve tratto per ben tre volte la specifichi in nota: sono sempre rimandi a numeri del manifesto, giornale che (me lo ricordo bene perché per ovvie ragioni all’epoca dovetti collezionare tutto il dibattito, se così si vuol chiamare) in una dozzina di lunghi articoli sul tema, in perfetto stile staliniano non trovò lo spazio per ospitare le venti righe della dichiarazione originale, in modo che chiunque se ne potesse fare un’idea (stile che peraltro Levi mantiene); c) anche quel “respingendo fra l’altro la vivisezione di animali” mentre il documento ne chiedeva solo una moratoria, rafforza l’ipotesi dell’ignoranza.

2) Nessun elemento: qui, dove sono certo che non ha controllato, Levi è completamente creativo. Intanto Alex non “firmò” e basta, come scrive: di fatto “produsse”, o meglio “contribuì a produrre” il documento Ratzinger; infatti ne ricevette in anticipo una bozza alla quale fece le preziose osservazioni che portarono alla versione definitiva. Non a caso, in seguito, di fronte alla canea scatenata dai trinariciuti del manifesto, ci furono diversi firmatari (viene alla mente Enrico Falqui) che si pentirono immediatamente e si finsero morti per un po’, ma Alex non ci ripensò né retrocesse di un millimetro. Si era impegnato con piena consapevolezza, altro che “sottovalutando in parte le conseguenze”! Di più, per quella possibile “futura alleanza fra Verdi giudicati «oscurantisti», Sant’Uffizio e Movimento per la vita” Alex lavorò per vari mesi. Posso testimoniare di un incontro “discreto” nella sede di Comunione e Liberazione a Milano: tra i Verdi, insieme ad Alex ricordo Tommaso Franci e Gino Girolomoni, di CL c’era sicuramente Lele Tiscar, ma eravamo molti.

Devo dire che fa piuttosto impressione che uno storico che cura la biografia di un personaggio non approfondisca l’unico elemento da lui medesimo considerato critico, ma tant’è. Tornando nel merito, c’è un punto di quella vicenda che per me è sempre rimasto oscuro: perché Alex firmò da solo, non portò nessuno amico, e sempre da solo partecipò alle iniziative successive? Sembrerebbe quasi che in quell’epoca fosse in idem sentire più col gruppo di Giannozzo Pucci che con gli amici di Bolzano… O forse è sempre stato solo di fronte alle scelte?

Ci furono altre iniziative di quel genere? Cosa successe poi? Certamente il suo scambio coi fiorentini negli anni successivi diminuì di molto. Queste contraddizioni si aggiunsero ai “pesi” ai quali Alex alludeva nell’ultimo messaggio? Forse non lo sapremo mai, ma non è detto che un’indagine storica seria non possa in futuro fare un po’ di luce.

Stefano Borselli

 

Amarcord: la dichiarazione sulla “Istruzione Ratzinger” (1987)

Bioetica e sperimentazione scientifica — Dichiarazione di un gruppo di esponenti ecologisti sulla "Istruzione Ratzinger" relativa ai problemi morali connessi alla fecondazione artificiale e sperimentazione su embrioni
Siamo persone impegnate nel movimento ecologista e verde, in maggioranza non cattolici. Desideriamo esprimere soddisfazione e apprezzamento per la recente presa di posizione della Congregazione per la dottrina della fede sulla fecondazione artificiale e la sperimentazione su embrioni.

Lo facciamo perché l'argomento dell'istruzione riguarda direttamente problemi che sono il terreno delle nostre preoccupazioni e del nostro impegno.

In particolare condividiamo alcune affermazioni di fondamentale importanza per la coscienza di tutti gli uomini e che, per noi, comportano profonde conseguenze.

  1. Il rifiuto della neutralità morale della scienza e della tecnica e perciò l'affermazione dell'immoralità “in sé” di alcuni mezzi tecnici, indipendentemente dai fini.
  2. Il rifiuto della delega a esperti (biologi, medici, ecc.), alla tecnica o all'uomo come soggetti donatori di vita e di morte su comando. Perché «nessun uomo può pretendere di decidere l'origine e il destino degli uomini».
  3. Il riconoscimento che «attraverso il corpo viene raggiunta la persona stessa» e perciò quello che tocca il corpo tocca anche la persona.
  4. L'implicita affermazione del senso del limite come essenziale a uno sviluppo non distruttivo ma equilibrato delle possibilità umane.

Queste motivazioni ci portano non solo a condividere dal profondo delle nostre coscienze il rifiuto di qualsiasi manipolazione genetica dell'uomo, ma anche ad estendere questo rifiuto ad ogni intervento simile nei confronti di animali e vegetali, ed a qualsiasi azione che danneggi irreversibilmente l'ambiente naturale.

Oltretutto la storia ha dimostrato che ciò che l'uomo ha fatto alla natura, alle piante, agli animali, ha sempre finito per farlo ai suoi simili. Il corpo dell'uomo, inoltre; fa parte della natura e non ne è in alcun modo, separabile.

Ci auguriamo che questa Istruzione spinga medici e ricercatori cattolici, nonché istituzioni scientifiche e ospedali cattolici, a porsi all’avanguardia nell'affermazione del primato dell'etica sulla propria pratica.

In particolare proponiamo una moratoria che sospenda, in tutti i centri di ricerca, ogni attività di manipolazione genetica, vivisezione e sperimentazione su uomini e animali, ora praticate in maniera selvaggia, e che permetta di riconsiderare l'intera questione.

Piero Baronti, Fabrizio Bertini, Michele Boato, Stefano Borselli, Vincenzo Bugliani, Paolo Costa, Enrico Falqui, Gianluca Felicetti, Tommaso Franci, M.Grazia Girardi, Roberto Gonzaga, Alex Langer, Franco Laschi, Lorena Lodi, Daniela Nucci, Giorgio Pippucci, Giannozzo Pucci, Renzo Ranieri, Aldo Sacchetti, Wolfgang Sachs, Gianfranco Sciarra, Mao Valpiana

Firenze 14 Aprile 1987

 

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