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Dichiarazione di Alexander Langer sugli eventi in Bosnia
29.5.1995
"Di fronte agli ultimi eventi in Bosnia non è più possibile tentennare: bisogna che l'ONU invii un cospicuo contingente supplementare (chiedendo, se del caso, l'aiuto della NATO e della UEO) ed assegni un nuovo e chiaro mandato ai caschi blu. Quello di ristabilire - con l'uso dei mezzi necessari - quel minimo di rispetto dell'ordine internazionale che consenta di cercare una soluzione politica al dramma della distruzione della convivenza e della democrazia. Fermare i serbi di Bosnia, scoraggiare i loro protettori, rendere effettivamente protette le zone che l'ONU aveva dichiarate tali e ristabilire l'autorità delle Nazioni Unite (oggi ridotte a fornire ostaggi per meglio condurre l'aggressione) sono condizioni minimali senza le quali non si potrà fermare un incendio assai contagioso.
Ogni ulteriore sforzo di riallacciare il dialogo, promuovere il rientro dei profughi, sostenere le forze democratiche, i mezzi di informazione indipendenti, le amministrazioni (come la martoriata città di Tuzla) che garantiscono condizioni di convivenza a tutti, e riprendere il negoziato politico dipendono da questa pre-condizione: scoraggiare decisamente l'aggressione, dimostrare che le Nazioni Unite non possono essere dileggiate, provare che esiste un'alternativa alla disperata richiesta dei bosniaci di avere armi sufficienti per difendersi da sè.
Penso che l'Italia non dovrebbe sottrarsi ad una richiesta di uomini e mezzi che venisse dalle Nazioni Unite."