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Khalida Toumi - dichiarazione

2.9.2022, algeri, 24 marzo 2022 -

Dichiarazione di Khalida Toumi all'apertura del suo processo al Tribunale di Sidi M'hamed

 

Sono qui oggi davanti al tribunale in qualità di accusata di dilapidazione volontaria di denaro pubblico, concessione volontaria di privilegi indebiti e ingiustificati in materia di appalti pubblici e di abuso d'ufficio: sono accuse che respingo categoricamente.

Tanto più che ho provato, fin dall'inizio dell'istruzione, presso la Corte Suprema prima poi presso il Tribunale di Sidi M'hamed (sezione 5), che queste accuse erano infondate, cosa che le perizie hanno chiaramente confermato.

In realtà, le questioni legate alla gestione nel caso in cui ci fossero stati eventuali errori, non mi riguardano, perché in qualità di Ministra occupavo un posto politico e non di gestione e perché ho sempre agito in conformità con le leggi della Repubblica.

Durante tutta la durata della mia missione alla testa del settore della Cultura, ho vigilato sulla preservazione del denaro pubblico; ho bloccato tutti i tentativi di saccheggio dei beni e del denaro del settore della Cultura: ciò è provato dalle perizie e dalle pezze giustificative del dossier presentato dalla difesa.

Per quanto riguarda le manifestazioni culturali di carattere internazionale per le quali mi si accusa ingiustamente, è utile precisare quanto segue:

Di conseguenza, la concretizzazione e la realizzazione di queste manifestazioni rappresentano dei progetti d'importanza nazionale prioritaria (art. 43, comma 4 del codice degli appalti pubblici).

Questo giustifica il fatto che l'organizzazione di ciascuna manifestazione sia stata posta sotto l'egida di una Commissione nazionale di alto livello presieduta dal Primo Ministro, composta da più di dieci settori e corpi costituiti fra cui il ministero della Difesa nazionale, il ministero degli Interni, il ministero degli Affari Esteri e il ministero delle Finanze (da cui dipende l'Ispettorato Generale delle Finanze, IGF) a fianco del ministero della Cultura, semplice membro di questa Commissione nazionale.

In parallelo a questa Commissione nazionale è stato insediato un Comitato esecutivo, presieduto dalla ministra della Cultura, incaricato dell'attuazione e del follow-up della manifestazione sul terreno.

È opportuno ricordare che tutte queste manifestazioni sono state oggetto di decreti presidenziali, decreti esecutivi, ordinanze ministeriali ed interministeriali, tutti pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Gli ispettori dell'IGF hanno confuso le mie missioni di Ministra, membro del Governo, con le mie attribuzioni in qualità di presidente del Comitato esecutivo di ogni manifestazione.

Tutte le spese finanziarie rese necessarie dalla natura di queste manifestazioni rappresentavano la controparte di realizzazioni e prestazioni realmente effettuate. Non c'è alcuna dilapidazione volontaria o involontaria di denaro pubblico. Prova ne sia che nessuna delle perizie menziona dei "buchi finanziari".

Ciò mi conduce a formulare alcune considerazioni su questi rapporti:

  1. non fanno menzione di illeciti.

  2. Gli espettori dell'IGF non hanno preso in considerazione la natura di queste manifestazioni di portata politica, diplomatica e sociale né la qualità delle persone intervenute. Non conoscendo la natura specifica del mercato dell'arte e della cultura, gli esperti hanno analizzato le attività e le realizzazioni come se si trattasse della realizzazioni di strutture amministrative.

Per quanto riguarda la concessione di indebiti privilegi negli appalti pubblici:

Come avrei potuto accordare dei privilegi se non ho concluso né firmato alcun contratto con chicchessia, né sono intervenuta in favore dell'ottenimento di qualsivoglia appalto?

Sono intervenuta solo per risolvere alcuni problemi tramite il "passare oltre", essenzialmente per preservare la reputazione del ministero, se non addirittura la reputazione dello Stato, per proteggere i diritti dei cittadini ed evitare dei processi persi in anticipo che avrebbero inghiottito sforzi e denaro. Tanto più che le fatture corrispondevano a lavori realmente effettuati.

Tutte le mie azioni sono state inoltre conformi al quadro legislativo e regolamentare.

Se gli ispettori dell'IGF hanno considerato a torto alcune delle mie azioni non conformi alla Legge e alla regolamentazione, è perché non hanno fatto riferimento all'articolo 43, comma 4 del codice degli appalti pubblici e perché hanno ignorato le decisioni governative e le decisioni interministeriali fra il ministero delle Finanze (da cui l'IGF dipende) e il ministero della Cultura che autorizzavano deroghe ed eccezioni. Questo documenti sono allegati al dossier della difesa.

Per finire, tutti i conti di stanziamento speciale di queste manifestazioni sono stati chiusi nell'ambito delle Leggi finanziarie (pubblicate nella Gazzetta Ufficiale) e tutti sanno che nessun conto può essere chiuso senza passare al vaglio dell'IGF, della Corte dei Conti e delle due camere del Parlamento.

Senza parlare delle Leggi sul saldo di bilancio relative al controllo dei conti che non hanno rilevato alcun sforamento a carattere delittuoso.

Più sorprendente ancora: gli esperti confermano che il budget riservato ad ogni manifestazione ha presentato un saldo finanziario che è stato riversato al Tesoro. Ma questi esperti non riconoscono (non confessano) che non c'è stata dunque dilapidazione.

In effetti, l'inchiesta non ha fatto emergere né sottrazione, né profitto, né corruzione e nemmeno favoritismo a beneficio di amici o parenti, sapendo che, lo riaffermo, non ho firmato alcun accordo o contratto con chicchessia e che i miei interventi avevano l'unico scopo di risolvere determinati problemi ricorrendo al "passare oltre".

Si trattava essenzialmente di preservare la notorietà dello Stato con la protezione dei diritti dei cittadini e per evitare azioni giudiziarie perdute d'anticipo, di conseguenza per risparmiare al ministero sforzi e soldi senza risultati. Tanto più, ripeto, che le relative fatture erano state emesse a fronte di lavori effettivamente realizzati.

Peraltro, è veramente disdicevole che gli inquirenti abbiano ignorato i termini molto brevi accordati alla preparazione e alla realizzazione di queste manifestazioni.

In effetti, nonostante le istruzioni del Presidente (che Dio abbia misericordia di lui) che supervisionava personalmente, nonostante il fatto che il Primo Ministro fosse il Presidente della Commissione nazionale di ognuna delle manifestazioni in causa, nonostante l'impegno di tutti i membri del Governo, queste manifestazioni hanno conosciuto delle difficoltà e degli impedimenti che hanno richiesto l'implicazione del Primo Ministro in più occasioni: ciò appare chiaramente dalle diverse lettere fra la ministra della Cultura e il Primo Ministro nonché dalle lettere indirizzate al ministero delle Finanze che ritroviamo allegate ai rapporti dell'IGF.

Le difficoltà e gli impedimenti sono dovuti alla burocrazia, che nel nostro paese rappresenta purtroppo un potere distruttore. Vi si aggiunge la colonna dell'ignoranza che odia la cultura e che, nel migliore dei casi, la disprezza considerandola "una cosa" non indispensabile alla vita, dunque dal suo punto di vista la cultura non merita dei finanziamenti e neanche un settore che la gestisce, peggio ancora considera che ogni centesimo del budget della Cultura è uno spreco, una dilapidazione del denaro pubblico.

Termini molto brevi, molto stretti per realizzare queste manifestazioni, difficoltà e ostacoli demenziali, una burocrazia asfissiante, ignoranza, la mancata conoscenza della realtà del terreno, ecc.: sono le condizioni molto difficili nelle quali hanno lavorato i quadri e gli impiegati del ministero della Cultura per preparare e consolidare ogni manifestazione.

Nonostante le difficoltà e le condizioni insostenibili, queste manifestazioni hanno conosciuto un grandissimo successo e l'Algeria ha onorato i propri impegni nei confronti dei paesi arabi, africani e musulmani come testimoniano l'Alecso, l'Unione Africana e l'Isesco. Ciò grazie alla grande mobilitazione dei quadri e degli impiegati del settore della cultura e ai loro sacrifici, perché non hanno risparmiato sforzi per il paese e per il settore. Hanno apportato la loro forza e la loro esperienza, hanno sacrificato il loro tempo di riposo, la loro salute e i diritti delle loro famiglie per il successo di queste manifestazioni, per far brillare l'immagine del paese e risollevarlo nei consessi internazionali.

Per maggiori chiarimenti, aggiungo che queste manifestazioni di dimensione internazionale avevano un obiettivo politico e diplomatico legato agli interessi del nostro paese, dato che la partecipazione di 18 paesi arabi nel 2007, 48 paesi africani nel 2009 e 27 paesi musulmani nel 2011 sono cifre record mai realizzate da nessun altro paese.

Ciascuna di queste manifestazioni ha permesso il ritorno dell'Algeria alla sua vera dimensione araba, africana e musulmana, così come le ha permesso di ritrovare il suo peso e la sua leadership attraverso ciò che c'è di più delicato, più nobile, più raffinato, più bello: la cultura.

Ecco perché è impossibile per un esperto in contabilità, quale che sia la sua genialità, di valutare queste manifestazioni, perché non si tratta di attentato al Tesoro pubblico; si tratta di obiettivi politici non quantificabili finanziariamente, ma che hanno rafforzato il rango dell'Algeria e assicurato il suo ritorno in forza sulla scena internazionale dopo la sua eclisse durante il decennio nero che ha messo il nostro paese in una situazione di isolamento micidiale.

Per di più, la chiusura dei conti delle manifestazioni da parte del ministero delle Finanze e del Parlamento conformemente alle Leggi finanziarie provano il mio rispetto di tutte le leggi e le norme e la mia non responsabilità in eventuali sforamenti, perché alcuni conti sono stati chiusi dopo la mia partenza dal ministero, come:

In realtà, ho chiuso solo il conto del secondo Festival panafricano del 2009 il 31.12.2012. E il rapporto della Corte dei Conti nonché la Legge recante il bilancio consuntivo 2009 non menzionano alcun sforamento avente carattere penale.

Quanto al film "L'Emiro Abdelkader", esso è costato zero centesimi al Tesoro pubblico, perché è stato finanziato dalle royalty sulla copia privata, di cui una parte è servita per la preparazione. Queste spese sono state approvate da un perito contabile.

La data d'inizio delle riprese era stata fissata per il 4 luglio 2014, ma ho lasciato il ministero due mesi prima di questo appuntamento, il 5 maggio 2014 e sono stata molto sorpresa di apprendere, mediante la stampa, la sospensione del film nel giugno 2014.

Non ho assolutamente alcun rapporto con la corruzione e la domanda "da dove ti viene tutto questo?" non si applica a me. Questo è stato confermato dalle inchieste sui miei beni, il mio saldo bancario, le mie condizioni di vita e quelle della mia famiglia e dei miei parenti.

Il che dimostra la contraddizione flagrante fra le accuse di cui sono oggetto e le mie condizioni sociali del tutto modeste, che confermano la mia onestà, la mia integrità e la mia probità mentre assumevo la responsabilità del ministero della Cultura.

È concepibile che avrei lasciato sperperare il denaro pubblico accordando privilegi ad altri mentre mi vietavo di approfittare della mia posizione e mi preoccupavo di vigilare alla preservazione della fiducia riposta in me?

Ho accettato di entrare nel Governo nel 2002 nonostante la mia opposizione al sistema e al regime con l'obiettivo di contribuire a riformare la situazione dall'interno e promuovere il settore della Cultura in particolare.

È il mio unico torto, perché sono rimasta fedele ai miei principi di militante politica per decenni e non ho approvato alcuna decisione che consideravo contraria agli interessi del paese, che serviva interessi ristretti, interessi mafiosi o che incoraggiava la corruzione.

Per quanto riguarda il settore della Cultura, ho sempre vigilato scrupolosamente alla presentazione del bilancio annuale relativo alla gestione del budget alla Corte dei Conti e alla Commissione Finanze del Parlamento in sede di discussione sulle leggi di bilancio consuntivo.

Così come, durante i dodici anni passati alla testa del settore della Cultura, ho potuto, grazie ad una lotta quotidiana e grazie alla mobilitazione dei quadri e degli lavoratori del settore, farlo uscire dalla situazione tragica in cui era impantanato quando ne ho preso le redini. Questo settore ha ritrovato la sua vitalità e svolto il suo ruolo politico, in particolare nel rafforzare la coesione nazionale, nel rinforzare la posizione dello Stato algerino dando nuovo lustro all'immagine del nostro paese presso le istituzioni internazionali.

Solo chi vuole deliberatamente falsificare la realtà può negare le enormi realizzazioni portate a termine quando ero alla testa del settore.

Non ho mai appartenuto né mai apparterrò a quella che è stata chiamata "banda" (issaba), perché mi ci sono opposta. Ho combattuto tutte le derive e ho lasciato il Governo nel 2014 su mia richiesta allorché ho costatato con convinzione che il Presidente della Repubblica era volontariamente messo da parte, allorché ho visto più di una volta cos'era diventato il sistema di governo in cui l'autorità istituzionale legittima era stata sostituita da un'autorità parallela, oscura, illegittima e infine allorché sono stata scioccata dall'orientamento economico, sociale e politico regressivo messo in opera all'epoca.

Nel 2015 ho assunto le mie responsabilità di cittadina preoccupata dell'interesse del suo paese firmando, insieme a 18 personalità nazionali, una lettera aperta indirizzata al Presidente defunto chiedendogli di riceverci per esporgli la nostra profonda inquietudine di fronte al corso pericoloso preso dal regime con la legalizzazione della razzia della proprietà collettiva e del denaro pubblico, con l'esplosione del saccheggio delle nostre risorse nazionali all'interno e all'estero e con la generalizzazione della corruzione.

La risposta del potere dell'epoca è stata molto violenta e alcuni firmatari della lettera sono stati oggetto di rappresaglie orribili eseguite da media agli ordini, da persone agli ordini conosciute per essere dei mercenari della politica e da alcuni apparati di sicurezza. Abbiamo avuto la prova dell'esistenza di un piano di alcune parti del potere per imprigionare gli animatori più conosciuti di questa iniziativa di cui facevo parte e la prova è l'ordine dato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sidi M'hamed il 1° dicembre 2016 per l'apertura di un'inchiesta sulla manifestazione "Tlemcen capitale della cultura islamica 2011".

Per tutte queste ragioni, che non sono esaustive, concludo che la decisione della mia incarcerazione e le accuse odiose formulate contro di me per infangare la mia reputazione e attentare al mio onore sono politiche e non hanno alcun rapporto con la gestione del settore della Cultura, ma sono in relazione con i miei principi politici che ho espresso quando ero membro del Governo, dopo averlo lasciato e più in particolare nel 2019 dopo l'insorgere dell'hirak4 che ho sostenuto con tutte le mie forze.

Non è un caso se la campagna mediatica spietata scatenata contro di me con la pubblicazione di informazione menzognere, mettendo in dubbio il mio patriottismo e ledendo il mio onore, è intervenuta nel momento dell'incarcerazione della mia compagna di lotta e amica Louisa Hanoune, Segretaria Generale del Partito dei Lavoratori, che faceva parte dei principali iniziatori della lettera al Presidente defunto, e non è un caso che ciò abbia coinciso con il complotto schifoso condotto contro di me, proprio dopo le mie dichiarazioni di solidarietà con lei e della mia denuncia della sua incarcerazione sulla base di imputazioni fittizie per incolparla.

Immediatamente dopo, una campagna mediatica di propaganda selvaggia, infernale è stata scatenata contro di me da media agli ordini, da persone agli ordini conosciute come mercenari della politica, da parti ostili alla donna e alla lotta della donna e dall'oscurantismo del loro progetto politico, così come vi hanno preso parte certe parti ufficiali, come il Procuratore della Repubblica presso la corte di Tlemcen che ha dichiarato che ero fuggita in Francia e che il Procuratore presso la corte di Sidi M'hamed non aveva potuto interrogarmi per questa ragione. Questa dichiarazione è stata pubblicata dall'agenzia ufficiale di stampa algerina, l'Aps, il 19 giugno 2019, mentre invece la causa non era stata iscritta a ruolo presso le istituzioni giudiziarie ed io non avevo ricevuto nessuna convocazione. Il mio nome è stato inoltre associato alla causa detta "della tensostruttura", il che mi ha condotta, tramite la mia difesa, a contattare il Procuratore della Repubblica presso la corte di Tlemcen per smentire il fatto che questa causa mi riguardasse.

Immediatamente dopo questa campagna, sono stata convocata dall'ispettore incaricato dell'istruzione alla Corte Suprema, che ha concluso, alla fine dell'inchiesta, che nessuno poteva accusarmi di sottrazione di fondi a mio profitto ed ha ripetuto tre volte "Nessuno in terra può dichiarare che Khalida Toumi abbia preso un solo centesimo".

È importante segnalare quanto segue.

Mentre aspettavo di entrare alla seduta d'istruzione (cioè prima che l'istruzione cominciasse), i media pubblici governativi hanno pubblicato la notizia della mia incarcerazione con false immagini.

Questo prova che la decisione della mia incarcerazione era stata presa prima dell'istruzione e che non aveva alcun rapporto con la gestione del settore della Cultura all'epoca in cui ero ministra, ma che le manifestazioni internazionali e il film sull'Emiro Abdelkader sono state utilizzate per mascherare il carattere politico del mio arresto,

Sono vittima di un complotto avente come obiettivo l'attuazione di rappresaglie selettive in cui la giustizia è stata trascinata per saldare dei conti ed io sono stata sacrificata (come capro espiatorio) nell'ambito di un processo illegale organizzato dai media agli ordini, da persone conosciute come mercenari della politica, da parti conosciute per il loro odio per le donne e le loro lotte, conosciute per il loro oscurantismo.

La giustizia accetterà oggi di essere coinvolta in un regolamento di conti che risale al precedente potere politico?

Sono stata incarcerata il 4 novembre 2019 a mezzanotte su ordine del precedente potere. Dato che questo potere è partito ed è stato sostituito da una nuova autorità con alla testa il Presidente Abdelmadjid Tebboune che si è impegnato a garantire l'indipendenza dell'apparato giudiziario dal potere, mi chiedo dunque perché non sono stata liberata dato che sono innocente da tutte le accuse rivolte contro di me?

Perché sono rimasta in detenzione preventiva per 28 mesi con il pretesto di attendere i risultati delle perizie i cui rapporti erano già stati preparati e consegnati al giudice istruttore il 20 luglio 2021?

Appare chiaramente, attraverso l'ordine di rinvio, che il giudice istruttore non ha preso in considerazione le osservazioni e le precisazioni apportate dalla mia difesa sulle perizie presentate durante le sedute istruttorie contrariamente a quanto aveva dichiarato.

Ciò rafforza la mia convinzione di essere una detenuta politica. Ragione per cui chiedo la revoca di tutte le imputazioni contro di me e la mia riabilitazione. E considerato che alcuni funzionari del settore sono stati perseguiti a causa mia anche se non hanno niente a che vedere con la mia lotta politica e le mie dichiarazioni politiche, chiedo che le imputazioni contro di loro siano revocate e che essi siano riabilitati.

La ringrazio signor Giudice per la sua pazienza.

 

1 Organizzazione islamica per l'educazione, le scienze e la cultura

2 Organizzazione per l'educazione, la scienza e la cultura della Lega Araba

3 Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura

4 Letteralmente movimento. Vasto movimento di sollevazione popolare in Algeria iniziato nel febbraio 2019 dopo l'annuncio del quinto mandato del Presidente Abdelaziz Bouteflika, assente da anni dalla scena pubblica a causa di un ictus e che durò diversi mesi, fino al lockdown imposto a causa della pandemia da covid19.

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