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La semplicità sostenibile

1.7.1992, Dalla rubrica Stile di vita nel mensile "Senza Confine"
Oggetto di negoziato internazionale sono, normalmente, argomenti come confini, armamenti, zone di pesca, quote lattiere, contingenti militari e cosi via. Nel "vertice della terra" che le Nazioni Unite hanno convocato a Rio de Janeiro, poche settimane addietro, un altro tipo di negoziato internazionale e stato sperimentato per la prima volta: sul tavolo una sorta di trattato di pace tra gli uomini e con la natura, ed anche se poi quel trattato (che avrebbe potuto degnamente chiudere il periodo della guerra fredda) in realtà non ha preso corpo, è già assai importante che si sia indicata una nuova direzione. Se si guarda alla Conferenza delle Nazioni Unite al di la dei singoli temi di discussione e trattativa (il clima, la biodiversità, le foreste, i consumi energetici, la questione demografica...), salta agli occhi un aspetto centrale, che il capo della delegazione statunitense William Reilly (capo dell'agenzia Usa per l'ambiente e non supinamente sdraiato sulla linea intransigente de presidente Bush), ha efficacemente sintetizzato, dicendo: "American life-style is not up for negotiations" lo stile di vita americano non e oggetto di negoziato. Perché, in effetti, parlare di inquinamento e di giustizia energetica, di povertà e di salvaguardia della molteplicità delle specie non ha a che vedere solo con l'Economia e la Politica, con le maiuscole, ma c'entra moltissimo con la nostra vita di tutti i giorni. Finché un americano medio "pesa" sulla biosfera quanto circa ottanta abitanti medi dell'India, non ci sarà accordo internazionale che potrà coniugare "ambiente e sviluppo", come in modo ambizioso la "cupula de la Tierra" si era proposta. Se India, Cina e Brasile raggiungessero un livello di motorizzazione ed industrializzazione pari all'Italia o alla Francia, il nostro pianeta sarebbe al collasso: l'inquinamento si raddoppierebbe. "Guardando le nostre società ci rendiamo conto che molto resta da fare. Coloro che beneficiano della crescita economica sono riluttanti ad abbandonare i comportamenti consumistici; quelli che aspirano a raggiungere un giorno questi comportamenti, sostengono l'idea dello sviluppo ad ogni costo; tutto questo, mentre molte persone non possono soddisfare i propri desideri perché al di sotto delle condizioni minime di vita. Abbiamo capito che la "società sostenibile" si costruisce a partire dall'iniziativa e dalla partecipazione dei gruppi, delle comunità locali e dei popoli. Valorizzare le piccole esperienze e soluzioni, promuoverle su scala regionale, nazionale e mondiale fa parte integrante del nostro lavoro. Ai propositi di integrazione tout-court del Sud del mondo nel mercato internazionale, noi proponiamo come alternativa l'integrazione dei popoli nella lotta per un futuro giusto e democratico": cosi si legge nella "Dichiarazione di Rio" degli organismi non governativi, che e stata elaborata dal Forum delle Ong brasiliane con l'appoggio del Third World Network, dell'Alliance of Northern Peoples on Environment and Development e sostanzialmente tutti gli organismi di solidarietà e cooperazione presenti a Rio. Il messaggio e molto semplice e chiaro: se volessimo generalizzare il nostro stile di vita del nord industrializzato del mondo a tutto il pianeta, o questo pianeta scoppierebbe, o ci sarebbe bisogno di qualche colonia spaziale per trarne energia e materie prime e collocarvi i rifiuti. Ecco perché la questione degli stili di vita delle persone e della comunità tocca direttamente gli argomenti del negoziato di Rio e provoca delle conseguenze di fondo sul futuro di tutti. Senza la scoperta (o riscoperta) del gusto e della capacità di vivere senza un'infinita di protesi tecnologiche, senza il nostro attuale superamento energetico ed alimentare e senza un'alienazione da trasporto senza pari sarà inevitabile che nella scelta sempre più netta tra sviluppo blindato dei ricchi e condivisione planetaria (con la necessaria contrazione nei paesi più "sviluppati") la gente appoggerà massicciamente la prima opzione, ritenendosi mutilata da ogni autolimitazione e punita da ogni comportamento meno rapace ed aggressivo. La semplicità di vita e il vero obiettivo proclamato dal "vertice della Terra": cosi rivoluzionario da non poter essere iscritto in un trattato.


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