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EUROMEDITERRANEA: IL MESSAGGIO DI TETIANA PECHONCHYK DEL CENTRO PER I DIRITTI UMANI ZMINA

 
"Costruire un Paese in cui ogni persona possa tutelare i propri diritti": questa è la missione dell'organizzazione non governativa ucraina Human Rights Centre ZMINA, che si è dedicata alla promozione dei diritti umani e degli ideali di democrazia e di giustizia e che ha ricevuto una menzione speciale dal Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer.
 
ZMINA è stata fondata nel 2012 da 3 attivisti, uno dei quali, Maksym Butkevych, un famoso difensore dei diritti umani ucraino, è ora prigioniero di guerra, detenuto illegalmente dai russi a causa di una falsa condanna per aver commesso un "crimine di guerra".
 
I primi anni di vita dell'organizzazione hanno coinciso con momenti molto drammatici della storia dell'Ucraina: la Rivoluzione della Dignità (eventi di Euromaidan) e l'invasione russa dell'Ucraina nel 2014 con l'occupazione della Crimea e di parti delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Da allora, ZMINA ha lavorato instancabilmente per documentare le violazioni dei diritti umani nei territori temporaneamente occupati, in particolare in Crimea, e per sostenere gli attivisti e i giornalisti.
 
Questo mese sono passati 10 anni dall'inizio dell'occupazione della penisola di Crimea. Non c'è libertà di parola, di riunione o di associazione; la Crimea è stata trasformata in una prigione a cielo aperto dove i residenti vivono
nel costante rischio di essere perseguitati per aver opposto resistenza al "potere" occupante, per aver sostenuto l'Ucraina o semplicemente per aver unito i colori blu e giallo.
 
Attualmente siamo a conoscenza di 208 prigionieri politici della Crimea, di cui 125 tatari di Crimea. Tra di loro, c'è Leniie Umerova, una 25enne tatara di Crimea che stava cercando di far visita al padre malato di cancro e residente in Crimea. È stata arrestata e rischia 20 anni di carcere con l'accusa inventata di "spionaggio". Inoltre, circa 50 prigionieri politici hanno problemi di salute e non ricevono l'assistenza medica adeguata. Di conseguenza, due di loro, Dzhemil Hafarov e Kostiantyn Shyring, sono morti dietro le sbarre.
 
Gli altri soffrono ancora di problemi di salute. Ad esempio, Iryna
Danylovych, difensore dei diritti umani e “citizen journalist”, ha perso l'udito durante la detenzione; il giornalista Amet Suleymanov, soffre di una grave malattia cardiaca e necessita di un intervento di sostituzione della valvola cardiaca; il giornalista Vladyslav Yesypenko soffre di problemi di salute sia psicologici che fisici a causa delle torture subite durante la detenzione.
 
È urgente continuare a parlare di queste persone e mostrare loro
solidarietà. ZMINA ha lanciato la campagna "Lettere per la Crimea libera" per inviare parole di sostegno ai prigionieri politici e invita tutti a partecipare.
 
Con l'inizio dell'invasione su larga scala, ZMINA ha avuto più lavoro da svolgere e si è concentrata sulla documentazione dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità. L'organizzazione è diventata uno dei membri fondatori della “Coalizione Ucraina delle 5 del mattino”, che prende il nome dal momento in cui gli ucraini si sono svegliati al suono delle esplosioni il 24 febbraio 2022.
 
La Coalizione è composta da 38 organizzazioni della società civile, che documentano tutti i crimini gravi secondo gli standard internazionali. Attualmente, il database congiunto della Coalizione contiene 2300 mila eventi registrati relativi a presunti crimini contro il popolo ucraino, i profili di oltre 4300 vittime, 2900 testimoni e 2600 sospetti. In particolare, ZMINA documenta casi di tortura, sparizioni forzate e deportazioni.
 
"Sono stato interrogato da quattro investigatori mascherati. Mi hanno torturato con bastoni, pugni e con una pistola stordente. Per ogni parola in ucraino, mi colpivano con una pistola elettrica. E alla fine, hanno collegato la corrente elettrica alle dita dei miei piedi e l'hanno accesa. Dopo la seconda volta sono svenuto, ma sono sopravvissuto. Non solo io, ma anche altri uomini sono arrivati alla fine degli interrogatori contusi e insanguinati, ma felici perché erano rimasti vivi. Alcuni più sfortunati sono stati torturati a morte", Anatoliy Harahatyi, 70 anni, ha condiviso con ZMINA i suoi tragici ricordi. Harahatyi è un fotografo, videografo e semplice civile della regione di Kharkiv, in Ucraina. È stato detenuto e torturato dai soldati russi che hanno occupato il suo villaggio. Harahatyi è stato liberato; tuttavia, migliaia di altri civili ucraini sono ancora detenuti, per lo più in isolamento.
 
Ne è un esempio Mariana Checheliuk, una donna di 24 anni di
Mariupol, che è stata prigioniera dei russi per 2 anni, durante i quali ha subito numerose torture: è stata affamata, picchiata e maltrattata. Inoltre, attualmente è molto malata e ha estremo bisogno di cure mediche.
Le testimonianze sui crimini commessi contro Checheliuk e Harahatyi sono diventate parte delle centinaia di casi documentati dal Centro per i diritti umani ZMINA.
 
L'analisi delle modalità e delle finalità dei casi di tortura e sparizione forzata hanno caratteristiche paragonabili a quelle dei crimini contro l'umanità. Allo stesso tempo, le deportazioni vengono effettuate con l'obiettivo di cancellare l'identità ucraina, che è una delle caratteristiche del crimine di genocidio.
Tali violazioni non possono restare impunite: i responsabili di questi crimini devono essere chiamati a risponderne: dai vertici ai soldati che eseguono gli ordini.
 
La leadership della Federazione Russa deve essere perseguita per il crimine di aggressione contro l'Ucraina; le persone rapite, detenute e deportate illegalmente devono essere liberate; i sopravvissuti devono ricevere un risarcimento, in particolare a spese degli asset internazionali russi congelati.
 
Nel frattempo, ZMINA, nonostante la minaccia esistenziale causata dall'aggressione armata russa, continua a lavorare sulla trasformazione democratica dell'Ucraina; a tal fine, è impegnata affinché l'Ucraina ratifichi lo Statuto di Roma. ZMINA propone anche emendamenti alla legislazione sulla responsabilità per il collaborazionismo, propone di ampliare l'accesso al Parlamento ucraino per i media e il pubblico, promuove i diritti degli attivisti e dei volontari della comunità LGBTQI+ e di altre minoranze, e sostiene le riforme necessarie per l'adesione dell'Ucraina all'UE.
 
Non importa quanti ostacoli troveremo lungo la strada, alla fine la giustizia trionferà e i diritti di tutti saranno protetti, proprio come nel motto del Centro per i Diritti Umani ZM.
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