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Lettera di Irfanka alle associazioni dei donatori

24.1.2023, Irfanka Pasagic

Cari amici,
Un'anno difficile è dietro alle nostre spalle. Non ci siamo lamentati troppo, ma è stato davvero infernale sopportare tutto quello che abbiamo affrontato - a causa della guerra in Ucraina, grandi problemi per le famiglie che stiamo aiutando, il senso di impotenza di fronte al più forte, rivivendo quello che già avevano vissuto, la crescita esponenziale del costo del cibo e di tutto il resto, incluse le spese per l'energia elettrica, l'acqua, il riscaldamento, spese comunali... con i nostri mezzi sosteniamo non solo le spese per Amika, ma anche le spese per la Casa famiglia, in quanto il Cantone ci da pochi mezzi.
Oltre a tutto questo, io, lavorando praticamente 24 ore al giorno, non ho resistito, le mie difficoltà di salute mi dicevano che dovevo rallentare.Quando il mio stato di salute me lo permetteva, ero sempre in Amica, quando non mi era possibile, lavoravo da casa, utilizzando i giorni di ferie che in trent'anni non ho mai utilizzato, in contatto costante con Nihad, per il quale nutro una grande ammirazione per come è riuscito a districarsi anche senza di me...
Quello di cui siamo certi è che desideriamo che Amica continui il suo viaggio insieme a voi... Vi abbiamo sempre considerati nostri amici, il che ci dava la forza per andare avanti. Speriamo che rimanga così.
Sono consapevole che a volte abbiamo tardato con le informazioni, e di questo mi scuso sinceramente. Ci impegneremo affinché in futuro ci
siano meno ritardi possibili.
Come già l'anno scorso avevo scritto a tutti voi, la mia intenzione era di concludere quest'anno il mio lavoro in Amica, anche se le sarò sempre accanto. È arrivato il momento che i giovani prendano in mano le attività e che continuino sulla strada che da anni stiamo percorrendo insieme a voi. Parlo molto con i giovani che hanno fatto parte delle nostre attività perchè sol che loro riconoscono che Amica è una delle poche associazioni dove non si guarda all'interesse,ma dove grazie a voi, si fa tutto con sentimento, con emozione. Per andare avanti, dobbiamo ingaggiare questo tipo di persone. Spero che riusciremo a trovarle.
Sta di fatto che gli stipendi in Amica sono molto bassi. Ho sempre pensato che, visto che anche voi lavorate in base volontaria, i nostri stipendi non dovevano essere come quelli delle altre associazioni. E non lo sono stati. Però ora ci troviamo con problemi perché non possiamo ingaggiare persone nuove che chiedono stipendi più alti. Non vorrei parlare del numero di stipendi che non ho preso. Per me era più importante pagare tutte le bollette.
Abbiamo fatto cose bellissime per i bambini e le loro famiglie nei momenti delle loro maggiori difficoltà. Questo loro lo ricordano.
Poco tempo fa sono venute a trovarci in Amica Elvira e Cristina. Ad alcuni ragazzi, specialmente a quelli del Dom, le donazioni sono terminate da tempo e alcuni di questi ragazzi Elvira e Cristina, non li avevano visti ormai da 10anni. Si dovrebbe ascoltare la gioia di questi ragazzi quando le hanno incontrate, le loro lacrime. Penso questa sia la dimostrazione migliore che stiamo facendo le cose giuste e che la vostra bontà non viene dimenticata. A voi un grazie infinito. Spero che continuerete con il progetto di adozione a distanza. I bambini hanno bisogno della famiglia perché questo è un progetto che ci rende particolari. Spero anche che un giorno potremmo avere il tempo necessario per poter raccogliere i nomi di tutti i ragazzi che si sono laureati e i quali, senza il vostro aiuto, non sarebbero riusciti a portare a termine nemmeno le scuole elementari e medie. E anche il
numero di quelli che avevano abbandonato gli studi e che dopo il nostro intervento sono diventati persone di successo.
Non vi sto chiedendo di mandarci i soldi, ma di aiutarci attraverso i progetti che potete appoggiare. Per poter pagare operatori nuovi e le spese correnti, dovremmo realizzare progetti anche da altre parti, anche per progetti che mai abbiamo amato, quelli dove si parla solo ma dove non si fa nulla di concreto.
So che anche da voi, la situazione non è delle migliori, ma so anche, e rispetto tantissimo il tutto vostro darsi da fare per aiutare noi e i nostri bambini.
Purtroppo, a 28 anni dalla fine della guerra, Bosnia ed Erzegovina continua ad essere il paese più povero in Europa. La situazione politica è incerta, tutt'ora alcuni politici tentano di raggiungere ora quello che non sono riusciti con la guerra. I giovani se ne vanno, e non solo a causa della povertà, ma per le incertezze sul proprio futuro.
Vedendo quello che la Russia sta facendo in Ucraina, le sue minacce a tutto il pianeta, e messi di fronte al fatto che il più forte può distruggere e uccidere senza essere punito, cercano di trovare un posto più sicuro per se stessi e per le proprie famiglie.
È triste guardare e vedere che ogni giorno siamo sempre in meno.

Con affetto
Irfanka

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