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Michele Colafato, racconti d'Albania: Lo studente triste

1.2.2020, autore

Gli studenti incontrati all’università di Tirana nel dicembre 1990 erano umili e poverissimi, senza libri, senza scarpe.

I.G.. diceva che avevano bisogno di tutto: libri, scarpe, indumenti, di cibo, di sesso, di riscaldamento nei dormitori, e nelle aule… Avevano anche bisogno di parlare tra di loro ma sulla parola cadeva la scure dell’autocensura e di un complicato complesso di frustrazioni e di inibizioni. I giovani albanesi consideravano le loro esigenze molto crude e primitive e nello stesso tempo così lontane dal poter essere soddisfatte dal governo del paese da vergognarsi di renderle esplicite e manifeste a chi li interrogava. I. esortava Alex e me a rivolgerci a qualche alle centinaia e a volte migliaia di ragazzi presenti in piazza ma se qualcuno di noi lo faceva, veniva scoraggiato e Alex temeva di essere invitato sul podio magari per… meritarsi qualche insulto e qualche ingiuria come l’appellativo di provocatore, inviato a seminare zizzania a danno della dalla Commissione Politica del Parlamento Europeo.

Si mantenevano a debita distanza dai visitatori europei. Soprattutto per paura che fosse tra loro qualche spione della Sigurimi. Ma mi pare che avessero soprattutto paura di non saper esprimere la loro loro esperienza e condizione esistenziale. Dove e come vivevano, come renderne conto e raccontare le proprie vite. Gli mancavano gli estremi per misurarsi con questi interlocutori arrivati da un’altra galassia. Uno di questi giovani prese a seguire in silenzio Alex e me che ritornavamo per la cena al Dajti risalendo il corso del Bulevar. Era un percorso non lunghissimo ma neanche molto breve. Un gruppo piuttosto nutrito di giovani era come al solito partito con noi dalla piazza dell’Università e strada facendo si era assottigliato: tra i molti bisogni che li distinguevano c’era ancora e soprattutto quello di proteggere la propria vita e l’opera più profonda e importante a cui era stato necessaria sottoporla : la costruzione attenta, sorvegliata e sottotraccia della propria identità.

Volevano strappare qualche parola e persino qualche frase al rappresentante del mondo della libertà e della verità, che era incredibilmente lì a una distanza di mezzo metro (Ardevano questi giovani che avevano bisogno di tutto, ardevano dal desiderio di sapere tutto il necessarioda abitanti dell’Europa e dal Parlamento Europeo, ma nel frattempo erano stati formati a non sporgersi troppo…e alla fine anche questa sera come nelle precedenti quando mancavano pochi passi al nostro albergo e ci guardammo attorno, un solo studente era rimasto a distanza di sicurezza tra noi e lui. Spingeva a mano una bicicletta. Aveva gli occhi tristi e una faccia malinconica poi tutto a un tratto quel “bisogno di Europa”, sintetizziamo così, gli forzò la mano e il ragazzo la spinse in avanti e si presentò: "Sono Albert, uno studente di fisica..."
"E allora" domandai "che cosa sta succedendo in Albania? Gli studenti fanno la rivoluzione?".
Sulla faccia dello studente si fece largo una smorfia di rammarico, incredulità e rassegnazione: "Comandano sempre loro..."
Dal buio sbucarono due scopine gitane che spazzavano fumando. Una terza scopina arrivò spingendo un carretto carico di rifiuti.
"La nostra vita" riprese Albert "è passata nel non vedere, non parlare, non sentire. E adesso siamo un po’ ciechi, un po’ muti, un po’ sordi. Hanno distrutto tutto. C’era solo la famiglia. Ma hanno cercato di distruggere anche quella. Per loro vivevamo nella perfezione e solo questa perfezione poteva migliorare e diventare più perfetta!"
"E adesso?"
Lo studente si strinse nelle spalle.
"Tutti vogliono scappare. Mio fratello, nell’estate scorsa, si è rifugiato nell’ambasciata tedesca e adesso è in Germania. Ogni tanto telefona. La mia famiglia si sente orfana."
Arrivammo davanti all’Hotel Dajti. Alla vista di un gruppo di persone in attesa sulla scalinata esterna dell’unico o quasi albergo considerato consigliabile e frequentabile dal personale dell’Occidente, Albert spiegò: "Sono albanesi. Aspettano i diplomatici stranieri che sono a cena nel ristorante per circondarli quando avranno finito e chiedere un visto. E’ così tutte le sere."
Lo invitai a bere qualcosa con noi. Entrammo. Nessuno osò avvicinarsi e fermare Albert l’Albanese, che era con
gli Europei, come dicevano loro, ma sentimmo per tutto il tempo il peso di sguardi che ci pressavano, spingevano in un angolo, e ci dividevano.
Albert arrossì ma alzò la testa e camminò dritto al mio fianco.
Il bar era chiuso, il ristorante ancora pieno di gente. Prendemmo posto a un tavolo. Invitai Albert più volte e quasi lo pregai di ordinare qualcosa ma ebbi come risposta soltanto dei cortesissimi no.
Il cameriere guardava me e Alex e ignorava Albert. Noi esistevamo, lui no. Quando intese che Albert non si fermava a cenare si mostrò irritato ma poiché parlava solo albanese doveva rivolgersi ad Albert, e lo fece non guardandolo ma voltando la bocca dalla sua parte, perché chiedesse a noi se volevamo ordinare qualcosa…per Albert. Quando fu detto e ridetto che Albert non voleva niente, il cameriere portò via le stoviglie, il tovagliolo, e anche il bicchiere da sotto il naso dello studente.
Alex lo fermò, il cameriere mostrò di non capire, e forse davvero non capiva, e nella confusione posò tutto sul tavolo tranne il bicchiere. Io mi alzai e ne presi uno dal tavolo a fianco. Questo movimento ebbe l’effetto di attirare sul nostro tavolo l’attenzione degli altri clienti che sedevano al ristorante come fossero a casa loro. Notammo che c’era un filo sottilissimo ma resistente non solo di confidenza ma complicità tra i commensali e chi li serviva. Albert accettò di bere. Appena fuori guardò all’albergo e disse: "Non c’ero mai stato. Ma adesso devo avere coraggio".

Per Natale ricevetti una commossa cartolina di auguri da Albert.
Lo cercai nella mia visita successiva due anni dopo. Fu difficile riuscire a rintracciarlo e incontrarlo. Era molto indaffarato. Dopo un periodo di disoccupazione adesso lavorava all’ufficio brevetti. Mi sembrò cambiato, più spigliato, più intraprendente, meno mortificato. Gli chiesi come se la passava. Mi disse che non aveva voglia di andare a fare il manovale in Grecia e qui l’unica maniera di sopravvivere era di adeguarsi all’ambiente. La politica, ripeté molte volte, si sa quel che è: compromessi, imbrogli, affarismi, carrierismo. I giovani preferiscono la musica. Non si aspettava che un nuovo partito o un nuovo giornale potessero cambiare la situazione perché l’Albania era un paese “per forza di cose” (ossia “per debolezza di cose) ovvero a causa delle sue condizioni di base”) dipendente dall’estero e necessariamente ogni attore politico doveva avere un protettore all’estero. Perciò guardava con diffidenza alle manovre di chi voleva nuovi partiti o nuovi giornali perché l’Albania per decollare aveva bisogno di unità e solo di unità.

Solo l’unità nazionale poteva favorire gli investimenti esteri.

Prendemmo qualcosa da bere al bar della Casa della Cultura sulla piazza Skanderbeg.

La piazza adesso non era più dominata dalla statua del faraone Enver. Sulla faccia di Albert non c’era traccia di soddisfazione e neanche più quella dignità compressa e sfuggente della vita di una volta.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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