Alexander Langer su una risoluzione sui diritti delle minoranze linguistiche

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Langer (V). — (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, onorevole relatore, l'approvazione di questa relazione viene da noi accolta con un occhio che ride e uno che piange. Il primo ride perché è ormai tempo che venga approvata una siffatta relazione (e questa ci giunge all'ultimo momento!), ma anche perché alcuni dei provvedimenti per la promozione delle minoranze, delle lingue e delle culture previste da questa relazione non rappresentano più da tempo, nella Comunità, un fatto ovvio.
Ciò che viene richiesto in questa relazione rappresenta, specie per alcuni Stati membri, un notevole e importante passo in avanti. Se si considera che nella nostra Comunità vi sono Stati che semplicemente negano di avere minoranze presenti sul loro territorio nazionale e che ignorano le culture e le lingue che si sono salvate dalla distruzione, allora si comprende come i provvedimenti suggeriti dalla relazione siano in realtà estremamente importanti. Ci congratuliamo, dunque, con il collega Killilea e ne appoggiamo la relazione. L'altro occhio, invece, piange poiché ancora una volta volge al termine una legislatura senza che il Parlamento europeo si sia deciso a determinare una normativa quadro per i gruppi etnici o anche solo un inizio di tale normativa. Noi puntiamo costantemente l'indice verso Est e richiediamo che i diritti delle minoranze e dei gruppi etnici vengano protetti, mentre ora termina la terza legislatura nella quale una relazione su questo argomento (prima vi furono la relazione Goppel, poi la Stauffenberg e quindi la Alber) viene insabbiata per la responsabilità, in particolare, dei due principali gruppi parlamentari. Avviene così che un obbligo che ci assumiamo all'inizio della legislatura venga festosamente sotterrato e dimenticato al termine dello stesso periodo. Se poi consideriamo ciò che è stato detto in un intervento precedente dell'onorevole Dalsass, e cioè che in questo Parlamento nel novembre 1992 avevamo richiesto che nel Trattato di Maastricht venissero accolte norme di diritto dei gruppi etnici e di protezione delle minoranze, una richiesta costantemente avanzata da questo Parlamento, e che tutto ciò non ha avuto alcun risultato, allora questo rappresenta un altro motivo di pianto per il secondo occhio.

Data 8 Febbraio 1994

Durata 00:02:08 Numero indice PE140 Lingua tedesco, traduzione simultanea in inglese

Argomenti DIRITTI CIVILI - LINGUA - MINORANZE - PARLAMENTO EUROPEO - RISOLUZIONE

In allegato verbale PE 08.02.1994

A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi