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Alexander Langer sulla situazione nelle Repubbliche dell'ex URSS - La politica di sicurezza della Comunità europea

26.5.1993

https://www.radioradicale.it/scheda/481741/intervento-di-alexander-langer-sulla-situazione-nelle-repubbliche-dellex-urss?i=3592679

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Langer (V), relatore. — (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la relazione che vi presento a nome della commissione per gli affari esteri e la sicurezza, riguarda le relazioni in tema di sicurezza tra la Comunità europea e la parte orientale del nostro continente. Certo, qualche anno fa era più facile trattare questi problemi. L'Europa era divisa in est e ovest, due blocchi erano contrapposti a si tenevano a bada reciprocamente molto bene. Bene o male, siamo riusciti a tenere sotto controllo i conflitti in Europa, anche perché eravamo capaci di esportarli su larga scala e diffonderli dappertutto. Ora le cose sono cambiate. Dopo che il muro tra l'est e l'ovest del nostro continente è — grazie a Dio — crollato, dobbiamo mettere fine ai conflitti, dobbiamo cercare di colmare tutti gli squilibri e allentare le tensioni. Ora, dopo il crollo del muro, c'è stato forse da parte dell'Occidente un tentativo: annettersi per quanto possibile l'Est, sudamericanizzandolo in un certo qual modo, il che vuol dire cercare di fare dell'Est un semplice territorio occidentale da incor-porare e subordinare. Ma abbiamo visto ben presto che questo non funziona affatto dal punto di vista della politica della sicurezza, poiché i conflitti, che nel frattempo sono esplosi nella parte orientale del nostro continente, con ripercussioni anche presso di noi, sono così complessi e provocano tanti squilibri che ci sfuggono di mano. Penso in articolare alle tensioni etniche, a quelle nazionali, ai conflitti di confine, ecc.; penso al grosso squilibrio sociale ed economico tra l'est e l'ovest del nostro continente. E penso che anche nel passato abbiamo sperimentato tante tensioni che non si sono affatto risolte, ma che finora covavano sotto la cenere. Chiediamo dunque: che cosa posiamo fare per dare maggior sicurezza al nostro continente? Quale politica di sicurezza si può sviluppare oggi? La relazione che ho l'onore di presentarvi dà in breve le seguenti risposte: anzitutto, il disarmo crea sicurezza; in altri termini dobbiamo cogliere l'occasione per promuovere ed attuare oggi in Europa un ampio processo di disarmo, alquanto più completo di quello che si è verificato negli anni scorsi. Esso dovrà interessare in primo luogo, com'è ovvio, le armi atomiche, chimiche e biologiche.
In secondo luogo, l'integrazione crea sicurezza: questo significa convergenza di strutture, più di una semplice cooperazione tra le due parti del continente, un tetto comune, che crei sicurezza. Lo consente a tutte le parti una comune appartenenza. In terzo luogo, la sicurezza si basa su un ordine comune e su un unico sistema di sicurezza, un sistema davvero comune, dove gli uni non siano i gendarmi degli altri e possano agire liberamente. Da questo traguardo siamo per il momento assai lontani.
Una quarta risposta, che vi viene proposta in questa relazione e nella proposta di risoluzione in essa contenuta, dice che la politica di sicurezza deve essere sviluppata sempre meno con mezzi militari e sempre più con mezzi civili e politici. Prevenzione dei conflitti, mediazione, riduzione e accomodamento dei conflitti sono i compiti che oggi ci stanno davanti e ai quali le istituzioni nazionali, sovranazionali e internazionali possono offrire un contributo importante. A tal proposito la relazione dice pure — ed io vorrei sottolinearlo con energia — che è sempre più importante coinvolgere le organizzazioni non governative nella politica di sicurezza e nella soluzione dei conflitti.
Il caso della Jugoslavia potrebbe dirci molto a tal proposito. In una simile prospettiva, ovvero se, come Parlamento europeo, intendiamo promuovere tale prospettiva, ci chiediamo: che cosa sta succedendo alla CE? Quali sono i compiti delle strutture esistenti, ovvero quali potrebbero essere i compiti delle attuali strutture, come ad esempio la NATO o l'UEO? Può la CE fare qualcosa in questo campo? L'attivazione delle strutture comuni, che già esistono, in particolare della CSCE e di analoghi processi, che noi auspichiamo anche per l'area mediterranea, dev'essere considerata un obiettivo lontano, oppure possiamo mobilitarci per rendere attive oggi tali strutture? Questa relazione esprime la raccomandazione che la Comunità europea, e soprattutto la Cooperazione politica europea, si impegnino per avviare una politica comune anche in queste istituzioni, in modo da inserirle in un sistema comune di sicurezza. Questo è il motivo per cui la proposta di risoluzione raccomanda qualcosa per creare un quadro comune a tutti i parlamenti dell'Europa non comunitaria che desiderano cooperare con noi.

Così ho presentato sinteticamente la relazione, che naturalmente raccomando a tutti voi. Quanto agli emandamenti, mi pronuncerò al momento della votazione, come relatore.

Data 26 Maggio 1993

Durata 00:05:37 Numero Indice PE081 Lingua tedesco, traduzione simultanea in inglese

Argomenti DISARMO - ESTERI - EUROPA - PARLAMENTO EUROPEO - PREVENZIONE - RUSSIA - SICUREZZA - UNIONE EUROPEA - URSS

 In allegato PE 26.05.1993

A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi

 

 

PE3_AP_DE_1993_DE19930526-100030IT.pdf (256 KB)
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