Alexander Langer Alexander Langer Video - Audio Interventi Parlamentari Albania

Scritti di Alex Langer Racconti e ricordi Dediche bibliografie - recensioni Tesi e ricerche Riviste Video - Audio
Interventi Parlamentari
Palestina - Israele Ex Jugoslavia - Bosnia Erzegovina - Sarajevo Albania
Europa e Parlamento Europeo Medio Oriente Pace Summit della Terra - Rio de Janeiro Diritto d'asilo Cipro Ambiente Discriminazioni e diseguaglianze Archivio
L’archivio di Alex Eventi
alexander langer (22) Cassar-Simma: Abbi cura - Trag Sorge - Take Care (11)

Alexander Langer sull'accordo commerciale e di cooperazione con l'Albania

15.9.1992

https://www.radioradicale.it/scheda/481879/intervento-di-alexander-langer-sullaccordo-commerciale-e-di-cooperazione-con-lalbania

Contenuto

Langer (V), relatore per parere della commissione per le relazioni economiche esterne — Signora Presidente, mi devo associare a quanto ha detto la collega Rawlings. Purtroppo, la relazione non è disponibile; ho avuto la fortuna di trovarne un esemplare semiclandestino in spagnolo, che è l'unico in circolazione in questo momento insieme alla versione greca, ed è quindi molto difficile per il Parlamento rendersi conto di quanto venga proposto. Posso dire, in base al lavoro fatto precedentemente, alle discussioni in seno alla commissione per gli affari esteri dal mese di febbraio e al parere approvato in quello stesso mese, che condividiamo le posizioni adottate dal relatore.
Vogliamo, tuttavia, sottolineare che oggi, in Albania, è venuto il momento di passare dagli aiuti di emergenza agli aiuti — diciamo — più strutturali. Come alcuni oratori hanno già detto, non è possibile che l'aiuto alimentare continui come in passato, oltre tutto scoraggiando la produzione propria in Albania; è necessario che si passi quanto prima alla fornitura, piuttosto, di beni strumentali. Per esempio, oggi è davvero più importante fornire trattori o macchine da cucire piuttosto che riso o grano e, da questo punto di vista, non vorremmo che i nostri interessi di venditori di qualche partita alimentare o di altri prodotti del genere rischiassero di prendere il sopravvento sulle necessità reali. Sottolineo anche — con la collega Rawlings —che, a parte la cooperazione e l'apertura di un rapporto di commercio, è molto importante dare il necessario rilievo ad alcune garanzie sociali. Se la transizione dalla dittatura alla democrazia venisse vissuta dagli albanesi come la caduta libera verso un sistema di «darwinismo sociale», in cui solo i più forti sopravvivranno, sarebbe poco probabile che essi si affezionassero alla democrazia. Quindi, sotto questo profilo noi dobbiamo — credo —offrire cooperazione in particolare in alcuni campi sensibili: il sistema scolastico, l'assistenza sanitaria, i trasporti pubblici, alcuni servizi sociali essenziali, comprese le telecomunicazioni che oggi all'Albania gravemente mancano. Vi sono alcune richieste molto specifiche che tutti gli albanesi, di tutti i partiti, fanno oggi all'Europa. Quando chiedono di essere associati, di essere compresi nel circuito europeo, questo, dal punto di vista del traffico, può voler dire alcune cose molto semplici: per esempio, borse di studio; quindi uno scambio di studenti e anche di docenti, in una misura apprezzabile. È un piccolo paese, non inciderebbe molto. Gli albanesi chiedono quote di immigrazione temporanea, in modo da poter avere l'opportunità di apprendere all'estero, di imparare, di riportare a casa un certo know-how e anche un po' di soldi. Chiedono, poi, anche forniture di cose che da noi non hanno più grande valore: parlo di autobus che forse noi non useremo più, parlo di materiale ospedaliero che noi forse non useremo più, e così via. È venuto il momento di passare ad una cooperazione strutturale. Quindi, sono soddisfatto con la commissione per gli affari esteri che oggi si ratifichi l'accordo, ma vorrei anche che dicessimo chiaramente alla nuova Albania che restiamo sensibili alla questione della democrazia. La nuova democrazia albanese potrà convincere l'opinione pubblica europea solo se saprà costruire un autentico Stato di diritto. Auguriamo a questo popolo, con una storia così disgraziata, di poter passare presto a una democrazia solida, a uno Stato di diritto che sappia rispettare le minoranze, le opinioni di tutti e anche di chi, oggi, è dissidente politico rispetto all'opinione prevalente.

 

Durata 00:04:40

Data 15 Settembre 1992 Numero indice PE019 Lingua italiano, traduzione simultanea in francese

Argomenti ALBANIA - CEE - COMMERCIO - COOPERAZIONE - ECONOMIA - EUROPA - PARLAMENTO EUROPEO - UNIONE EUROPEA

In allegato verbale PE 15.09.1992

A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi

PE3_AP_DE_1992_DE19920915-050040IT.pdf (131 KB)
pro dialog