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Alexander Langer sulla situazione nella ex Jugoslavia - Le iniziative dei movimenti pacifisti

9.6.1992

https://www.radioradicale.it/scheda/481798/intervento-di-alexander-langer-sulla-situazione-nella-ex-jugoslavia?i=3592634

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Langer (V). - Signor Presidente, colleghe e colleghi, quasi quotidianamente molti di noi ricevono disperati appelli dalla ex Iugoslavia, fax, telefonate, richieste di aiuto. Molto spesso questi appelli invocano l'aiuto degli uni contro gli altri e solo di rado ci vengono presentate posizioni comuni condivise da popolazioni diverse della ex Iugoslavia. Sono in grado oggi di fornire a questo Parlamento una posizione comune elaborata dal 30 maggio al 1° giugno da gruppi di pace e di dialogo di tutte le parti della Iugoslavia, della Croazia, della Serbia della Vojvodina, della Slovenia, di Osijek della Macedonia, della Erzegovina, del Kosovo, di Capodistria e della Dalmazia, i quali, insieme, su invito degli studenti universitari austriaci e del gruppo di iniziativa di pace e dialogo serbo-croato, hanno organizzato un meeting per assumere una posizione comune. Voglio dedicare il tempo di parola del nostro gruppo a riferirvi le proposte che tutti questi gruppi hanno elaborato e intendono indirizzare alle Nazioni Unite, alla Conferenza per la sicurezza e cooperazione in Europa, alla Comunita europea e al Consiglio d'Europa.
Si tratta di una dichiarazione volta a far cessare la guerra nell'Europa del Sud-Est. Ne traduco il testo: «Le sanzioni recentemente dichiarate contro Serbia e Montenegro, ora sono diventate realtà. Esse sono il risultato di una reazione alla guerra in Bosnia e Erzegovina, ma di per se non riusciranno a far cessare la guerra in Croazia, in Bosnia ed Erzegovina e non impediranno che questa guerra si estenda verso la Macedonia, il Montenegro e la Serbia ed, in particolare, in Vojvodina, Kosovo e Sandrak: e dilaghi ulteriormente nel Sud-Est europeo. Essendo coscienti delle disastrose conseguenze che una guerra potrebbe provocare nell'intera regione balcanica, noi, rappresentanti del popolo che ha a cuore la pace, noi attivisti dei movimenti antiguerra e gruppi pacifisti delle diverse regioni della ex Iugoslavia, chiediamo alla comunità internazionale di applicare immediatamente le seguenti misure: primo, riconoscere immediatamente la Repubblica sovrana ed indipendente di Macedonia; secondo, riconoscere i rappresentanti legittimi eletti nel Kosovo il 24 maggio come partner legittimi nel processo negoziale; terzo, chiedere al governo serbo di entrare in un processo di serio negoziato con i rappresentanti legittimi del Kosovo sotto gli auspici delle Nazioni Unite, tenendo presente che la rimozione delle sanzioni diplomatiche ed economiche deve essere condizionata ai successi che questo processo di pace consegue; quarto, mandare immediatamente osservatori internazionali nel Kosovo, nella Vojvodina e nel Sandrak; quinto, offrire sostegno ai movimenti non violenti in tutte le parti dell'ex Iugoslavia e garantire asilo politico a chi si sottrae e resiste alla guerra; sesto, condizionare il superamento delle sanzioni contro Serbia e Montenegro anche ad un'amnistia nei confronti di tutti coloro che si sono sottratti alla guerra; settimo, imporre un definitivo e finale cessate it fuoco a tutte le attività belliche e, in particolare, sottomettere al controllo internazionale ogni forma di armamento pesante dell'ex esercito federale iugoslavo e delle formazioni da esso derivate, senza riguardo alle denominazioni ufficiali, e metter sotto controllo soprattutto l'attività aerea militare nelle regioni toccate. Queste misure dovrebbero essere prese a titolo di precondizione per il processo di smilitarizzazione delle ex regioni iugoslave nonchè di precondizione per ogni genre di processo di ricostruzione, di fiducia, di coesistenza pacifica, di democratizzazione degli Stati creatisi a seguito della dissoluzione della Iugoslavia.
Per concludere, gli stessi venti gruppi ci chiedono di prendere urgenti misure a favore dei profughi, vale a dire aprire i confini e contribuire affinchè essi possano essere accolti nelle regioni della ex Iugoslavia, concedere aiuto umanitario nel modo più diretto possibile - e non limitandosi solo alle grandi città - in tutte le Repubbliche dove è necessario, non solo tramite Stato e Chiesa, ma anche attraverso organizzazioni civiche per evitare la manipolazione politica dell'aiuto, senza essere selettivi, poichè il fenomeno è generale, garantendo dopo la guerra il diritto al ritorno e opponendosi a ogni forma di epurazione etnica e infine invitando i rappresentanti dell'alto Commissariato dei profughi delle Nazioni Unite dovunque ci siano profughi, inviando anche osservatori da parte dell'Europa e sostenendo i gruppi che si impegnano in questo senso nella ex Iugoslavia.

 

Data 09 Giugno 1992

Durata 00:05:45 Numero indice PE014 Lingua italiano, traduzione simultanea in francese

Argomenti ASILO POLITICO - BALCANI - BOSNIA ERZEGOVINA - ESTERI - JUGOSLAVIA - KOSOVO - MACEDONIA - MONTENEGRO - MOVIMENTI - OBIEZIONE DI COSCIENZA - PACE - PACIFISMO - SERBIA - UNIONE EUROPEA

In allegato verbale PE 09.06.1992

A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi

 

PE3_AP_DE_1992_DE19920609-020060IT.pdf (261 KB)
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