Alexander Langer sulle responsabilità europee nel conflitto nella ex Jugoslavia
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Langer denuncia l’ignavia e la mancata presa di posizione da parte della Comunità europea a sostegno dei fautori della pace in Jugoslavia per cercare di bloccare il conflitto: in ogni regione interessata ancora ora ci sarebbero delle forze che lottano contro la guerra e spingono per tentare con il dialogo. La Macedonia, la Bosnia, l’Erzegovina, che avrebbero potuto contribuire a fermare le ostilità, non sono state sostenute, e la conseguenza è che la situazione sta rapidamente degenerando.
Langer invita la Comunità europea a richiedere l’intervento dell’ONU, tramite la CSCE (Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per porre fine, come primo passo, alla guerra aerea. La Comunità europea dovrebbe garantire l’asilo politico ai profughi e ai disertori, offrendo un’alternativa a chi cerca di sottrarsi al conflitto. L’Ue inoltre dovrebbe ritirare gli ambasciatori che oggi rappresentano i propri paesi a Belgrado, come forma di boicottaggio e isolamento di quel governo. Le delegazioni non dovrebbero limitarsi al ruolo di meri osservatori, ma dovrebbero, con la loro presenza nei luoghi di guerra, assumersi maggiori responsabilità politiche. L’alternativa è assistere impotenti alla degenerazione del conflitto
Data 12 Maggio 1992
Durata 00:02:19 Numero indice PE854 Lingua tedesco, traduzione simultanea in francese
Argomenti ASILO POLITICO - BALCANI - BOSNIA ERZEGOVINA - CEE - COMMISSIONE UE - CONSIGLIO EUROPEO - CSCE - ESTERI - GUERRA - JUGOSLAVIA - MACEDONIA - MILITARE - OBIEZIONE DI COSCIENZA - PACE - PARLAMENTO EUROPEO - RIFUGIATI - SANZIONI
PDF mancante
A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi