Alexander Langer su una risoluzione in merito alla situazione in Bosnia-Erzegovina
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Langer (V). - Ho solo un minuto, quindi posso inviare solo tre telegrammi alla Presidenza del Consiglio. Il primo telegramma è questo: siamo molto preoccupati nel vedere che la Comunità sembra voler sponsorizzare una specie di «cantonalizzazione»> etnica della Bosnia-Erzegovina. La Bosnia-Erzegovina non è la Svizzera, non è il Belgio, quindi incoraggiarne la cantonalizzazione etnica - come sembra che la Comunità voglia fare – è, a nostro giudizio, un grave rischio perché diventa, sostanzialmente, prodromo di spartizione. Seconda osservazione, secondo telegramma: non vediamo ragioni per non riconoscere — se vogliamo attuare una politica di riconoscimenti - anche la Macedonia che, a nostro giudizio, ha gli stessi requisiti degli altri; il fatto, per esempio, che il Belgio abbia una provincia che si chiama Lussemburgo non mette in discussione la sovranità dello Stato sovrano del Lussemburgo nonché il confine tra Belgio e Lussemburgo. Terzo, vorremmo che la Comunità finalmente sostenesse con maggiore intensità e con maggiore coraggio anche le iniziative dal basso di dialogo interetnico tra cittadini e forze sociali nell'ex Jugoslavia. Finché questo non avviene non potremo associarci al plauso al Consiglio che la risoluzione di compromesso di oggi propone e su quel punto noi non potremo votarla.
Data 11 Marzo 1992
Durata 00:01:35 Numero indice PE156 Lingua italiano, traduzione simultanea in francese
Argomenti BALCANI - BOSNIA ERZEGOVINA - ESTERI - JUGOSLAVIA - ORDINE DEI LAVORI - PARLAMENTO EUROPEO - RISOLUZIONE - VOTO
In allegato verbale PE 11.03.1992
A cura di Andrea Maori e Marta Palazzi
PE3_AP_DE_1992_DE19920311-050090IT.pdf (129 KB)