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Tesi di Laurea di Lisa Mazzieri: LA PEDAGOGIA IMPLICITA DI ALEXANDER LANGER VERSO LA FORMAZIONE DI UNA CITTADINANZA PLANETARIA

19.9.2020, autrice- allegata

LISA MAZZIERI: LA PEDAGOGIA IMPLICITA DI ALEXANDER LANGER VERSO LA FORMAZIONE DI UNA CITTADINANZA PLANETARIA

RELATORE: Prof.ssa Lavinia Bianchi

Anno Accademico 2019-2020

Università degli Studidi Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Educazione e Scienze Umane - Università degli Studi di Bologna - Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione - Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Indirizzo Insegnanti di Scuola Primaria

TESI ALLEGATA

LISA MAZZIERI - Nota autobiografica

Fin da bambina nutrivo una forte passione per l’insegnamento. Tale passione ha indirizzato i miei studi universitari, conseguendo così la laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Da qualche anno svolgo con dedizione l’attività di docente presso la scuola primaria. L’esperienza sul campo e la mia attenzione verso importanti tematiche attuali, ha confermato e rafforzato il mio interesse in ambito educativo, nonché l’importanza e la responsabilità che abbiamo in quanto insegnanti ed educatori, nella formazione delle giovani generazioni che rappresentano il futuro di questa società

Indirizzo email: Lisa41049@hotmail.it

 


Introduzione

Viviamo in una società globalizzata, in un mondo interdipendente e, dunque, emergenze ed eventi dannosi che si verificano in una qualsiasi zona della Terra – a livello economico, sociale ed ecologico – si ripercuotono sull’intero globo.

La contemporaneità ci appare segnata dalla sperequazione e dal pericolo di un disfacimento della Terra ed è il prodotto della cecità di uno sviluppo sconsiderato; le azioni passate quindi si ripercuotono sul presente e avranno conseguenze nel futuro.

Il lavoro di tesi prende vita dall’incontro con Alexander Langer, intellettuale dalla personalità poliedrica che ha dedicato la sua vita ai temi della pace, della convivenza tra i popoli e della tutela ambientale, individuando in chiave ecologica, un filo rosso che unisce pensieri – persone – ambiente.

In questa tesi viene restituita al lettore una narrazione complessa e marcatamente pedagogica di Alexander Langer, con il suo agire politico, le sue intuizioni, la sua lungimiranza, con l’obiettivo ambizioso di proporre la sua eredità etica e intellettuale quale contributo per una prassi educativa inclusiva.

Sebbene egli non abbia mai trattato in maniera specifica ed esplicita il tema dell’educazione, in tutta la sua opera è possibile intravvedere un’attenzione educativa costante e profonda. Nel suo vissuto si intrecciano molte tematiche che sono oggi oggetto di frequente riflessione pedagogica: per la modalità maieutica e costruttivista, per le contaminazioni teoriche e per il suo stesso agire, possiamo collocare Langer pienamente all’interno della riflessione pedagogica.

Se la pedagogia è il sistema di scienze che si occupa della formazione, della trasformazione e del cambiamento della persona e, se si assume l’impegno etico come paradigma di sfondo, Alexander Langer è senza alcun dubbio un educatore, un insegnante, un esempio per tutti coloro che hanno la responsabilità educativa della formazione di giovani generazioni. Egli possedeva una vocazione educativa a tutto tondo che emerge nella sua essenza.

Le sue riflessioni sono oggi più attuali che mai; i temi dell’ecologia, il pacifismo, la nonviolenza e la convivenza interetnica e interculturale si intersecano tra loro, avendo l’obiettivo comune di un mondo migliore, più umano, più giusto, a partire dalla formazione delle giovani generazioni nelle quali Langer riponeva particolare fiducia. Tuttavia ognuno di noi ha il dovere di prendere in considerazione tali questioni a partire da quella che si potrebbe definire la “pedagogia implicita” di Alexander Langer, così come viene proposta nel titolo di questo lavoro.

Verso la formazione di una cittadinanza planetaria, vuole gettare una luce interpretativa sulla società multiculturale come dato strutturale e, dunque, imprescindibile: per quanto possa essere percepita come “faticosa e difficile” la convivenza con le differenze, la cittadinanza planetaria rimane l’unica via per un futuro di pace. Le dimensioni identitarie che dovrebbero oggi caratterizzare la nuova cittadinanza, possono essere rintracciate nei caratteri dell’appartenenza, della democrazia e della mondialità. Se l’appartenenza risponde al bisogno di non sentirsi privo di identità, la democrazia valorizza il sentirsi parte di un gruppo nel rispetto di altri gruppi all’interno di una nuova identità terrestre, caratterizzata dalla dimensione planetaria e dalle relazioni di interdipendenza che ha assunto la nostra contemporaneità.

L’uomo planetario e la cittadinanza terrestre (Morin, 2005) quali possibili prospettive future, reclamano una profonda ristrutturazione del nostro essere cittadini; farsi cittadini del mondo esige infatti di stare nel dialogo con le differenze nel rispetto dei diritti umani, di stare nell’esercizio della solidarietà e nell’incremento della democrazia. Il concetto di cittadinanza non può più essere concepito come identità nazionale chiusa, bensì aperta al pluralismo e dinamica rispetto ai continui cambiamenti e alle profonde trasformazioni della società contemporanea.

Vi è quindi l’urgente necessità che l’essere umano impari a ragionare in maniera globale, che prenda coscienza della “comunità di destino terrestre” (Morin,1994), assumendo una cittadinanza attiva e planetaria.

Il nuovo concetto di cittadinanza ci aiuta a comprendere l’intero pianeta. Sono molti i problemi che coinvolgono tutti i Paesi, quali la sensibilizzazione della salvaguardia ambientale e la necessità di risolvere diversi conflitti bellici ancora in atto. Tutte tematiche affrontate sessant’anni fa e combattute dal “mite lottatore” Alexander Langer. Questo senso di appartenenza planetaria ci fa sentire cittadini del mondo, ma perché si realizzi questa condizione, i cittadini devono disporre di uguali diritti e poter avere garantiti principi universali come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. Su tali principi si fonda il concetto di democrazia.

Nel primo capitolo si è cercato di individuare le cause economico-sociali che hanno portato alla necessità di creare una pedagogia in grado di rispondere alle sfide della società contemporanea e di favorire l’incontro tra persone che appartengono a culture diverse. Si è quindi analizzato come e perché nasce la pedagogia interculturale. Sono state ripercorse le tappe che hanno portato alla trasformazione in senso multiculturale dell’Italia, dove il fenomeno migratorio è in continua evoluzione, fornendo dati ed evidenziando le diverse fasi evolutive della legislazione riguardo il fenomeno migratorio. Nasce quindi l’esigenza di un’educazione alla giustizia sociale (Bianchi, 2019) dove la scuola ha il ruolo centrale, in quanto luogo di incontro, socializzazione e formazione integrale della persona. Negli ultimi paragrafi si sono illustrate le conseguenze e le controversie che nascono dall’incontro/scontro tra le culture. L’incapacità di gestire la differenza può contribuire alla nascita di stereotipi e pregiudizi, che in alcuni casi possono trasformarsi in fenomeni di razzismo ed etnocentrismo. Infine è stato elaborato il tema dell’identità in relazione all’alterità, mettendo in luce come questo sia diventato centrale di fronte alle trasformazioni della società multiculturale e come l’identità debba essere messa in discussione per assumere un punto di vista plurale.

Il secondo capitolo ripercorre la vita di Alexander Langer, cercando di mettere in luce le diverse sfaccettature del suo impegno sociale e politico in svariati contesti e nelle diverse età della sua vita. Partendo da un profilo biografico, si sono volute evidenziare le sue radici sudtirolesi con cenni storico- geografici a una terra pluri-lingue e pluri-culturale, che sono di fondamentale importanza per comprendere l’essenza del pensiero e dell’agire di questo “saltatore di muri”. Infine si è riservata particolare attenzione alla sua formazione, alle esperienze, agli incontri e alle influenze in campo educativo, ambito nel quale operò personalmente per un breve periodo, negli anni Settanta, come insegnante di Liceo.

Nel terzo e quarto capitolo ci si è addentrati nei temi più cari a Langer: la questione ecologica, la pace e la convivenza interetnica. Nonostante siano stati divisi in due capitoli differenti, essi non possono essere disgiunti tra loro; infatti egli sostiene che la pace tra uomini e la pace tra uomini e natura, non siano scindibili, tant’è che parla di eco-pacifismo. Egli esprime la necessità di una “conversione ecologica” individuale e collettiva, con particolare attenzione all’autolimitazione cosciente, che possa condurre a una cultura di pace e convivenza.

Nell’ultimo capitolo è stato approfondito il contributo di Langer nella riflessione educativa odierna. Dopo un’attenta riflessione e descrizione dell’impianto generale delle sue concezioni e delle connessioni che collegano il suo pensiero e il suo agire a importanti correnti del mondo della pedagogia, si è voluto trattare il tema dell’educazione alla convivenza pacifica, quale urgenza della società odierna, concepita come un insieme di valori e pratiche della mutua tolleranza e frequentazione in cui la comunicazione interculturale è strumento strategico ed efficace per avvicinarsi all’altro e sanare conflitti. Successivamente vengono proposte alcune riflessioni circa i nuovi principi e criteri di cui la pedagogia interculturale potrebbe avvalersi per creare un contesto democratico in cui le differenti culture possano convivere; pluralismo, dialogo, ascolto e tolleranza. Si è poi passati a riflettere in merito alla scuola, in quanto, tra le istituzioni sociali, è quella dove l’incontro tra le culture nasce, cresce e si sviluppa in modo privilegiato. La scuola deve essere pensata come spazio democratico per eccellenza, laboratorio di convivenza interculturale dove la diversità è considerata un arricchimento, un’opportunità di crescita e di dialogo: la scuola è il luogo in cui vanno individuate strategie e metodi per una comunità educante, cooperativa e transculturale.

È stata poi analizzata la conflittualità e la sua gestione nonviolenta per educare al pensiero plurale e alla pace e, ancora, si è dedicata attenzione all’educazione allo sviluppo sostenibile con il supporto de Le Linee Guida Educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile 2014.

Infine, si dà conto di una prospettiva ecologica, umanizzante ed etica: la consapevolezza di essere interdipendenti a tutti i livelli (sociale, ecologico ed economico), dovrebbe guidarci in una educazione alla giustizia sociale e ricordarci, sempre, che apparteniamo alla stessa “comunità di destino terrestre”.

 

Mazzieri-tesi-2020.pdf (1,3 MB)
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