Giorgio Mezzalira: Natale rovesciato
E’ una storia di Natale a rovescio. I protagonisti sono un centinaio di bisognosi costretti a dormire in questi giorni all’addiaccio con temperature sotto lo zero. Forse ammassati nei loro fagotti per procurarsi un po’ di tepore reciproco. Poveri cristi, un po’ asinelli e un po’ buoi, di un misero presepio bolzanino, poggiato sul deserto dell’ordinaria burocrazia. Stiamo parlando di tutti quei profughi che non stanno trovando alcuna sistemazione nonostante le normative europee sui richiedenti asilo garantiscano loro il diritto all’accoglienza. Sono tutti in regola con le carte e le domande presentate alle autorità di polizia di Bolzano per la richiesta di protezione internazionale, ma non risultano nei piani della gestione ufficiale dei profughi, concordati tra Provincia, Commissariato del governo, Questura e tutti gli altri enti che a diverso titolo se ne occupano. Hanno raggiunto la città per conto loro, fuori dalla “quota” ministeriale prevista da assegnare alle strutture locali. Vengono definiti “profughi ordinari” e, secondo il recentissimo rapporto di monitoraggio “Brenner/o Border Monitoring Fondazione Alexander Langer Stiftung & Organisation für eine Solidarische Welt”, i posti d’accoglienza previsti dalla Provincia appositamente per loro (132) sono esauriti. Nel frattempo ci sono 160 richiedenti asilo che attendono ancora una sistemazione e risultano in “lista d’attesa”, con la prospettiva di dover aspettare 6 mesi prima di veder soddisfatto il loro bisogno. Anzi, il loro diritto. La Provincia, che pure si è mossa tempestivamente e bene nel corso della prima emergenza profughi, tace su questa nuova situazione ed è un silenzio che nasconde un discorso: gli “ordinari” sono liberi di arrivare a Bolzano ma non sono previsti. Non essendo previsti, non ci sono nuove risorse. Tutto quanto è stato messo in campo basta solo per le quote già stabilite. Poiché non è possibile garantire per questi nuovi profughi una gestione umanitaria secondo regole e protocollo, questi poveretti si devono arrangiare da soli. Il servizio notturno “Emergenza freddo”, attivo a Bolzano per senza tetto, non ha più posti liberi e non rimane loro che sfidare la notte sotto stracci, coperte e cartoni. Non è come a Malles, da dove i volontari della Haus Ruben ci scrivono proprio in questi giorni prenatalizi della loro bella esperienza con i 40 profughi lì alloggiati. Sono felici di seguire i loro “amici africani” in ogni loro attività, dalle lezioni di tedesco alle passeggiate insieme, gli offrono un po’ di calore domestico e li fanno sentire parte della comunità. Almeno questa è una bella storia di Natale da raccontare.