Newsletter di aprile
Il 23 marzo una delegazione della Fondazione ha partecipato alla cerimonia in ricordo di Irafanka Pašagić a un anno dalla sua scomparsa. A commemorarla nella sede di Tuzlanska Amica c'erano tante amiche e tanti amici che hanno ricordato il suo impegno, la sua solidarietà e l'amore infinito con il quale si è dedicata alle donne e i bambini traumatizzati dalla guerra. È impossibile condensare in poche parole Irfanka, per questo abbiamo deciso di riportarvi le parole di Naida, una delle tante bambine la cui vita è stata segnata da violenza, terrore e fuga ma che grazie a Tuzlanska Amica ha potuto ricostruire la propria vita e il proprio futuro.
"Cara zia Irfanka,
è già passato un anno da quando non sei più tra di noi.
Un anno in cui continui a vivere nei miei pensieri, sogni, desideri...nei discorsi che faccio con me stessa...nei giorni come questi, in cui il cuore ha bisogno del cerotto più grande che ci sia. Grazie per aver saputo vedere il mio valore. Grazie per ogni regalo di Capodanno, mai realizzato secondo uno schema. Per ogni risata al mattino insieme al caffè. Per ogni vacanza al mare in Italia. Per ogni sabato trascorso in Amika. Per noi era il giorno in cui vestivamo il vestito più bello. Sapevamo che quel giorno era il nostro giorno. Mi aveva detto in un giorno lontano: "Bambina, pensa a te stessa. Sei tu la cosa più importante per te stessa!" Ma, come posso farlo, pensare a me stessa, se neppure lei stessa lo ha mai fatto? Noi, bambini dell'orfanotrofio eravamo la cosa più importante per lei, tutto il resto veniva dopo. Tantissime volte sono stata testimone della sua umanità. Persone che non riuscivano a trovare l'obbiettivo della loro vita, venivano da iei. Lei era il sorriso dei bambini, bambini che avevano perso la speranza che qualcuno potesse venire a bussare sulla loro porta. Mai, nemmeno un pezzetto di cioccolato, lo ha mangiato da sola, c'era sempre un posto anche per tutti noi. Trovava la soluzione per qualsiasi problema che piangendo e con il cuore spezzato le portavamo, qualche volta traditi per aver creduto troppo in qualcuno, qualche volta perché ci sentivamo come l'ultima goccia nel mare, soprattutto quando ci sottolineavano di "essere i bambini del Dom". Invece per Lei, noi eravamo i bambini che sapevano amare e rispettare nel modo migliore. Le Sue opere di bene vivranno in eterno. Tutti noi possiamo essere consolati solo con i bellissimi ricordi che abbiamo di Lei. Per lei custodiamo un posto speciale nei nostri cuori, un angolino che appartiene solo a lei. Infine, grazie per aver lasciato dietro di sé persone che ci tenderanno sempre una mano amica. Loro, queste persone, sanno perfettamente a chi penso.
Zia Irfanka, lei non verrà mai dimenticata, ma sempre più amata!
La tua Naida"
Begegnungen mit Olga Karatch in Italien im Rahmen der Euromediterranea (von Heidi Meinzolt, Women's International League for Peace and Freedom)
Eine schöne Überraschung zu sehen, dass Olga nun auch den Alexander-Langer-Peis 2024 bekommen hat und die tolle Tour durch Italien macht! Ich bin einerseits der Stiftung seit vielen Jahren verbunden, nachdem ich schon Alex u. a. im Rahmen der Treffen der Alpengrünen in den 80er/90er Jahren verschiedentlich begegnet bin – ich als Landesvorstandssprecherin der bayerischen Grünen und später im Vorstand der europäischen Föderation bis zu meinem Austritt 2000 aus den Grünen wegen der Kriegsunterstützung. Ich nahm an zahlreichen Euromediterraneas teil und genoss die intensive Auseinandersetzungen mit zutiefst menschlichen Themen. Mit der Langer-Stiftung war ich später in Tuzla und vor allem Srebrenica zu einer Erinnerungskonferenz, was zu einem meiner traurigsten und wichtigsten politischen Lernorte wurde.
Olga Karatch bin ich das erste Mal vor ca. 5 Jahren begegnet in einer feministischen Arbeitsgruppe im OSZE- Rahmen (http://civicsolidarity.org/member/1451/working-group-women-and-gender-realities-osce-region ). Ihr Mut, ihre Überzeugungskraft, sich gegen die Diktatur Lukaschenkos einzusetzen und den Finger in die Wunden der haarsträubenden Menschenrechtsverletzungen zu legen – unter besonderer Berücksichtigung von Frauen - erschien mir beispielhaft und lehrreich. Seit dem russischen Angriffskrieg und der belarussisch-russischen Komplizenschaft, kam – nun aus ihrem litauischen Exil – dazu, dass sie sich mehr und mehr für Wehrdienstverweigerer und für gewaltfreie, pazifistische Verhandlungslösungen einsetzte gegen den zunehmend militarisierten Mainstream. Das gefährdet sie auch im Exil in einem EU-Land und dafür braucht sie Solidarität und internationale Präsenz. Olga hat sich aus diesem Grund auch im letzten Jahr der Internationalen Frauenliga für Frieden und Freiheit, engl. WILPF (www.wilpf.de; www.wilpf.org) angeschlossen, um mit gleichgesinnten Feministinnen an dem Projekt, Krieg und Gewalt zu beenden, Peace-building intersektional zu verankern weiterzuarbeiten. Wir begegneten ihr so z.B. auch auf der Wiener Konferenz des International Peace Bureaus und der WILPF im Juni 2023 zum Thema „Pathways to Peace in Ukraine“. Nach ihrer Teilnahme als eine der Hauptrednerinnen auf der Münchner Friedenskonferenz ( als Gegenkonferenz zur NATO-Sicherheitskonferenz) im Februar 2024, beschloss eine kleine Gruppe von Ligafrauen aus München, Olga bei der Preisverleihung in Vipiteno/Sterzing und Bozen/Bolzano in Freundschaft zu begleiten. In Venedig konnte Olga dann noch an einem Treffen der OSZE-Arbeitsgruppe teilnehmen, u. a. an einer Erklärung zum 8. März, dem internationalen Frauentag mitschreiben und sich in die weitere Planung der Gruppe einzuklinken. Umgekehrt begleitete die Gruppe sie zur Veranstaltung im Palazzo Labia zur spannenden Diskussion über den bereits von Alex betonten Zusammenhang von Umwelt-und Friedensarbeit durch meinen langjährigen politischen Wegbegleiter und Freund Gianni Tamino.
Appuntamenti:
Sabato 6 aprile dalle 9.30 alle 12.45 "Mondo in fame": Crisi climatiche, conflitti e finanziarizzazione del cibo affamano il mondo. Quale futuro si prospetta per milioni di persone? Intervengono rappresentanti di organizzazioni non governative, università e mezzi di comunicazione. Evento organizzato da Oxfam. Sala conferenze Centro Pastorale, Piazza Duomo, Bolzano
Lunedì 8 aprile alle ore 15 "Oltre la discriminazione": l'antiziganismo è una delle forme più diffuse di razzismo in Italia ma anche una delle meno studiate e di cui vi è meno consapevolezza. Profondamente radicato nella cultura maggioritaria, esso mescola pregiudizi, odio e violenza e si è tradotto in discorsi ed azioni ostili verso le minoranze rom e sinte già a partire dal XVI secolo. Questo evento vuole sensibilizzare la popolazione locale, italiana tedesca e ladina, l'opinione pubblica e soprattutto le generazioni più giovani Studenti e studentesse di tutti gli istituti scolastici del territorio potranno mettersi in ascolto e dialogare con esperti sinti dell'associazione Nevo Drom e con esperti non sinti, per imparare a neutralizzare l'odio antizigano e a sviluppare strategie di contrasto all'antiziganismo in tutte le sue forme. Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano.
Lunedì 15 aprile alle ore 20.30 proiezione del film "Souvenirs of war": un gruppo di uomini in uniforme giocano a “softair” in un bosco. Le azioni militari simulate si svolgono là dove la guerra è arrivata per davvero, pochi decenni prima, nelle colline che circondano Sarajevo. Oltre venticinque anni dopo la fine del conflitto in Bosnia, alcuni dei sopravvissuti hanno messo in piedi delle attività turistiche. Molti luoghi del dolore sono diventati attrazioni per i viaggiatori: una forma di business, ma anche la via per una sorta di catarsi, in un paese dove il fantasma del conflitto continua ad essere presente. Hasanbegović, attivista e protagonista del documentario Souvenirs of War, diretto dal regista bolzanino Georg Zeller, in questo film ci racconta ciò a cui è sopravvissuto, mettendosi a confronto con coloro che consapevolmente sono riusciti a trasformare la memoria del dolore in una sorta di turismo, quello dell’orrore. Filmclub Capitol, Bolzano.
E infine, il nostro bibliotecario consiglia...
C'era la guerra in Cecenia di Adriano Sofri, Sellerio Editore 2023
Un libro riemerso dai cassetti, liberato solo dopo tanti anni per impedire che persone ritratte nelle pagine potessero subire conseguenze dal regime moscovita. Un libro pieno di incontri, di persone, di luoghi, esito di un resoconto/diario di due viaggi in Cecenia, ai tempi, appunto, delle guerre, e che culmina nella ricerca e liberazione di due ostaggi italiani.
La forma diaristica, scalza la raffinata sintassi di Sofri, che qui appare meno letteraria, più vicina al colloquiale, un registro più adatto alla materia, ma ciò non sminuisce l'impatto del testo che rimane penetrante e anche commovente.
La forza del linguaggio è anche nella multiformità dei personaggi, delle loro origini e delle loro storie, che, pur mantenendosi nel quotidiano - se quotidiano può essere usato in quel contesto, sono fortemente politiche, perchè alla fin fine questo è un libro sul metodo di lavoro Putin. Se volete conoscerlo leggete questo libro non le interviste che lo zar concede a suoi prossimani, del tipo Tucker Carlson e Oliver Stone. Buona Lettura!