Messaggio per l’8 marzo, inviato dal carcere di Evin da NARGES MOHAMMADI
Messaggio per l’8 marzo, inviato dal carcere di Evin da NARGES MOHAMMADI per un’iniziativa a Firenze dell’Associazione donne libere iraniane – Traduzione
Sono oramai mesi che il mondo assiste all’ascesa e alla crescita del movimento “Donna Vita Libertà” in Iran. L’inizio di questo movimento fu l’assassinio di una giovane ragazza curda, vittima delle politiche antifemministe del regime teocratico dittatoriale.
Negli ultimi 44 anni innumerevoli donne sono state vittime di tali politiche repressive da parte del regime al potere.
Io sono una donna di 50 anni che ha trascorso 44 anni della propria vita sotto l’oppressione, le minacce, le molestie e la paura di un sistema violento.
Nonostante abbia trascorso 30 anni della mia vita a combattere, resistere e lottare per la liberazione, in questi giorni, senza alcun rimpianto, piena di speranza e vitalità, sono accanto ai miei connazionali contro il regime dispotico.
In questo messaggio vorrei dirvi che anche se sono in prigione continuo a lavorare duramente per il superamento della Repubblica Islamica e per raggiungere la democrazia, per i diritti umani e i diritti delle donne.
Sono consapevole che la fase di transizione non sarà semplice e immediata ma allo stesso tempo sono convinta che dobbiamo pensare da subito a quando il regime cadrà e compiendo grandi sforzi per garantire i diritti umani e soprattutto i diritti delle donne.
Ci libereremo dal male di un sistema repressivo e disumano ma garantire in un nuovo sistema la creazione di una forte società civile e dei diritti umani, linfa vitale della democrazia, non sarà cosa semplice.
Da sempre considero la “volontà” e il “desiderio” del popolo come parametri principali per i profondi cambiamenti sociali e politici e credo che il popolo della mia terra abbia raggiunto una consapevolezza storica. Proprio per questo mi aspetto che l’opinione pubblica mondiale, le associazioni e le organizzazioni internazionali per i diritti umani e per i diritti delle donne, sostengano in modo efficace gli attivisti civili, sociali e politici sotto repressione in Iran e che pretendano dai propri governanti delle azioni politiche in linea con la realizzazione della democrazia in Iran.
Sono sicura che la gente della mia terra non si fermerà̀ finché non avrà raggiunto i propri obbiettivi e i pionieri di questo enorme cambiamento saranno le donne ribelli e rivoltose. E io, che sia in carcere o fuori, sarò accanto a loro e continuerò a lottare.
Con la speranza di vittoria,
NARGHES MOHAMMADI