Buongiorno Bosnia, Dobardan Venecija, Mostra fotografica di Giacomo Cosua,
Mestre, Biblioteca Civica,
via Miranese 56
9 aprile - 15 giugno 2011
Inaugurazione sabato 9 aprile 2011 ore 17.00
Orari di apertura
lunedì 14.00-19.00
da martedì a sabato 9.00-19.00
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Info 041.2392082-62
Il Comune di Venezia, gemellato con la città di Sarajevo fin dal 1995, nell'agosto del 2010
ha partecipato con il suo Centro Pace e alcuni giovani veneziani alla Settimana della
Memoria che si è svolta nella città di Srebrenica (Bosnia Erzegovina), in cui nel 1995 è
stato commesso genocidio contro la popolazione bosniaca non serba, come riconosciuto
nel 2007 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Una prima testimonianza del
viaggio sarà presentata il 9 aprile alle ore 17.00 con l'inaugurazione alla Biblioteca BCM di
Mestre, via Miranese 56, della mostra fotografica "Buongiorno Bosnia, Dobardan Venecija"
di Giacomo Cosua.
All'inaugurazione l'Assessore alle Politiche giovanili e pace Gianfranco Bettin dialogherà
con Luca Leone, autore del libro Bosnia Express (Infinito Edizioni) e Marino Vocci della
Fondazione Alexander Langer Stiftung di Bolzano. Nel corso del pomeriggio verrà
presentato un video-messaggio di Jovan Divjak, che era stato invitato a presentare il suo
libro "Sarajevo mon amour" (Infinito Edizioni), ma nel corso del mese marzo è stato
arrestato a Vienna e poi rilasciato su cauzione con il divieto di lasciare il paese.
Jovan Divjak, nato in Serbia nel 1939, era un generale professionista del JNA, l'Esercito
Nazionale Jugoslavo, che allo scoppio della guerra nei Balcani, nel 1992, scelse di
rimanere a Sarajevo, dove viveva da tanti anni, per difendere la città con l'esercito
bosniaco. Fu considerato un traditore dalla Serbia, che lo osteggiò sempre, tanto che un
mandato internazionale di cattura è stato diramato dal tribunale di Belgrado e, per questo,
è stato fermato e arrestato nel marzo 2011.
Queste le parole dell'Assessore alle Politiche Giovanili e Centro Pace Gianfranco Bettin, a
commento della vicenda: "Divjak è un vero eroe del nostro tempo, un tempo in cui i veri
eroi sono coloro i quali "tradiscono" l'egoismo, lo sciovinismo, l'intolleranza in favore delle
cause comuni, di tutti, le cause della pace e della convivenza. Divjak, testimone e
protagonista di questa buona causa nel centro di una delle maggiori tragedie della storia
recente, Sarajevo, città con cui Venezia si è gemellata durante il lungo assedio, è un uomo
libero nella mente e nel cuore, uno dei veri costruttori di una nuova Europa possibile".