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Lettera di Narges Mohammadi per la cerimonia alla Camera dei Deputati

7.7.2009

Gentili Deputati del Parlamento italiano,

esprimo il mio dispiacere per non poter essere tra voi a causa del divieto di espatrio, ma sono felice che in mia vece vi sia Shirin Ebadi, la premio Nobel per la pace, donna coraggiosa e difensore dei diritti umani. 

Lottare contro la violazione dei diritti umani, in Iran, è impresa ardua e rischiosa.

Io, donna trentasettenne iraniana, sono la moglie di un intellettuale che combatte per la libertà e la giustizia. Mio marito è stato detenuto per quindici anni della sua vita nelle prigioni della Repubblica Islamica, subendo repressioni e torture.

La mia vicenda personale è solo un esempio tra molte donne e molti uomini che da oltre un secolo combattono per la democrazia e per i propri diritti. Io sono soltanto una goccia in un grande mare in tumulto.

Ben sapete che durante le recenti manifestazioni, in Iran, molti giovani sono feriti o uccisi, e tanti iraniani, sia in Iran sia nella diaspora, sono preoccupati o sono in lutto.

Ho saputo nei giorni scorsi che sparando ai manifestanti prendevano intenzionalmente di mira cuore, collo e testa. Sono sconvolta e mi chiedo per quale motivo una manifestazione pacifica debba finire in un bagno di sangue.

Il popolo iraniano chiede la democrazia in modo pacifico e civile, senza sangue e violenza, e sono convinta che riusciremo a ottenerla. 

Sono felice del fatto che in quanto difensore dei diritti umani mi sia stato assegnato il prestigioso premio della Fondazione Alexander Langer. Vedo un futuro luminoso, perché nessuno si sente solo, perché questa grande società di essere umani intende tutelare i diritti di tutti e non vuole permettere che i governi minaccino i diritti fondamentali delle persone.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ci insegna che l’atteggiamento di ciascun governo verso i suoi cittadini è osservato da altri governi. 

I diritti dell’uomo rappresentano un criterio universale valido per tutte le nazioni, quindi noi difensori insieme a voi signori deputati abbiamo il dovere di realizzare tali diritti. Un dovere che riguarda tutti i rappresentanti del popolo, in Europa come in America, in Iraq come in Afganistan.

È su questa linea che il concetto dei diritti umani ha creato un dialogo internazionale che non significa interferenza arbitraria negli affari dei singoli stati. E io come donna appartenente alla grande famiglia umana sono responsabile dei diritti dell’uomo nel mio paese e negli altri paesi, e voi, signori deputati, non dovreste permettere che gli interessi politici e economici tra gli stati condizionino una presa di posizione di fronte alla violazione dei diritti umani.    

Traduzione a cura della Campagna di un milione di firme contro le leggi discriminatorie in Iran
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